Di grande fermento a Reggio Calabria ne abbiamo parlato spesso. Oggi torniamo in casa Bocale, dal presidente Filippo Cogliandro.
In un periodo di sofferenza per le squadre dilettantistiche, il Bocale spicca per solidità. Qual è il vostro segreto?
Siamo felici ed orgogliosi del ritorno nel massimo livello regionale di calcio. Sappiamo che ci scontreremo con vere e proprie città, mentre noi siamo una frazione e questo significa che moltiplicheremo gli sforzi per figurare bene e confermare sul campo il buono che si dice di noi.
Reggio Calabria conferma una presenza importante in Eccellenza. Che campionato prevede per le “cugine”?
Per quanto riguarda Reggio Mediterranea e Gallico Catona, sono convinto che il campionato che disputeranno sarà si élite. La Reggio Mediterranea sta allestendo una rosa importante al pari della serietà della dirigenza che la compone. Per quanto riguarda il Gallico Catona, c’è una grossa tradizione da onorare e sono convinto che a breve verrà superato anche questo momento di empasse societario andandosi a prendere una permanenza tranquilla.
Le difficoltà della Reggina per voi sono un “valore aggiunto” o una Reggina più forte, rende più forte anche le squadre dilettantistiche?
Sono livelli diversi e bacini di utenza diversi. Non credo che i “destini” delle squadre dilettantistiche e della Reggina siano uniti. E’ la nostra voglia di fare bene e le competenze in campo a fare la differenza, a prescindere dalle sorti amaranto.
La conferma di La Face, la struttua del “Campoli” . Bocale “mina vagante” o solo salvezza?
Noi vogliamo fare un campionato tranquillo cercando di toglierci qualche soddisfazione. Comunque salvarci, dopo un po’ di tempo di assenza, sarebbe un gran risultato e siamo consci che la professionalità del mister e di tutto lo staff potranno premiarci.
Che programmi ci sono sui giovani?
L’avvento di Cuzzocrea avrà come perno proprio la politica di sviluppo sui giovani. Ne abbiamo tanti in orbita reggina, soprattutto i 2001. Cercheremo di farli crescere al meglio e valorizzarli tutti, perché per noi il settore giovanile è fondamentale nello sviluppo delle politiche societarie.
In ultimo continua il sodalizio con Admo quanto si può e si deve fare per aiutare queste realtà solidali?
Il progetto ADMO è un punto di orgoglio per noi. Abbiamo sposato questo progetto e cambiato il nome alla squadra, da “Bocale Calcio” a “Bocale ADMO” dopo 32 anni di storia e finché ci saremo noi come dirigenza, l’ADMO “ci apparterrà”. Per quanto c’è da fare, il palcoscenico di Eccellenza ci porta a dire che dovremo fare delle iniziative mirate per far crescere ancora di più lo spirito solidale. Per il resto, come ogni anno, realizzeremo degli eventi per dare un aiuto concreto. Con orgoglio sottolineo che siamo gli unici in Italia, per il calcio, ad affiancare il nostro nome all’ADMO ed oltre l’orgoglio sappiamo esserci, anche, la responsabilità.