UNA vittoria, tanti volti, molti meriti. Una promozione sofferta, ma meritata, un trionfo da dividere fra i tanti protagonisti che compongono la Palmese. Il primo volto felice è quello di Pino Carbone. Ci ha messo l'anima. Ci ha messo denaro. Ci ha messo organizzazione. Ha vinto subito, anche se è stato lasciato da solo (la vicenda del Lopresti abbandonato a se stesso è una vergogna). Stargli vicino è il minimo, per spingerlo a proseguire con il progetto vincente.
C'è la faccia allegra di Mimmo Fiorino. Uno che la storia l'ha scritta a suon di gol. Come ds era alla prima esperienza e sa bene che il “plotone di esecuzione” nei suoi confronti, qualora non si fosse vinto, era già pronto. Ma Mimmo, da sempre, parla con i fatti. Questa squadra l'ha costruita lui. E questa squadra è salita in Eccellenza. Il resto è noia!
Ci sono poi i volti felici di Bonaccorso e Iannello, di Parrello e di quei validi collaboratori (e ci scusiamo se non li menzioniamo tutti) che hanno da sempre il sangue neroverde e che hanno costituito un supporto prezioso.
C'è il grande merito di Claudio Morelli di aver sposato la causa neroverde con grande umiltà e con orgoglio. E' un mago dei play off. Sotto la sua gestione nessuno ha fatto più punti. La sua Palmese ha vinto e convinto e spesso dalla panchina ha azzeccato le mosse vincenti con sostituzioni decisive. La sua corsa sotto la gradinata dopo il gol di Giovinazzo lo ha fatto entrare di diritto nei cuori dei tifosi.
Come dimenticare, inoltre, Massimo Morelli e gli altri validi componenti dello staff tecnico? Se hai gente che vale al fianco, tutto ti viene meglio. E poi ecco Paolo Morello: il suo perenne sorriso fa il paio con le sue riconosciute capacità. Un uomo perbene. Uno da tenersi sempre stretto.
Un plauso alla squadra: ha fatto una bella rincorsa, ha stravinto lo spareggio. Altro che “ciucci vecchi” o “mercenari”. I fatti contano. Ed hanno vinto tutti, anche quelli finiti in panchina o in tribuna oppure infortunati.
Un pensiero, consentitecelo, lo rivolgiamo anche a Peppe Perna: la sua avventura non è andata a buon fine, ma ci ha messo cuore e anima.
E poi ecco loro: i tifosi. Palmi quando si sposta, lo fa alla grande. E tra quelli che hanno invaso Vibo e si sono presi una bella soddisfazione, ce n'erano tanti che l'anno scorso hanno masticato rabbia. E molti di questi hanno seguito la squadra da Montepaone a Villa San Giovanni, da Bianco a San Calogero. Sempre presenti, per manifestare identità, orgoglio e tradizione e attaccamento a quei colori ritenuti magici.Un pensiero va anche a Nino Gagliostro: stretto in una casacca “scintillante” e troppo piccola per la sua mole, si è preso la soddisfazione di vivere questi bei momenti, dopo tanti bocconi amari, da dentro al campo. L'orgoglio di essere neroverde non si cancella mai.
Tutti felici, insomma, tutti vincitori. Tutti meritevoli di un plauso in una giornata dove il nero ha abbracciato il verde. Dove ancora una volta è emerso l'orgoglio e il senso di appartenenza ad una Palmese di nuovo fra le grandi di Calabria.