Protagonista di una bella cavalcata alla guida della juniores della Digiesse PraiaTortora, Andrea Forte è pronto per nuove sfide, ma prima dell’avvio della nuova stagione siamo andati a sentirlo.
Andrea è stata una cavalcata esaltante quella dello scorso anno, ci sono momenti ai quali sei più legato?
«Ci sono due momenti chiavi. Uno è quello legato alla vittoria nei quarti di finale contro la Rossanese, avevamo perso 3-1 all’andata ed al ritorno siamo stati bravi a ribaltare la situazione in trasferta e lo abbiamo fatto sotto un tempo, in tema meteo, tremendo e con una tribuna piena di tifosi e quindi quello è stato un momento di grande gioia ed ovviamente poi c’è la finale regionale contro il Sambiase che ci ha visto partire da sfavoriti e siamo stati bravi a centrare questo risultato che la Digiesse PraiaTortora non aveva mai raggiunto. C’era tanta gente felice ed ero orgogliosissimo di essere praiese. Colgo l’occasione, anche, per ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto ed i ragazzi che si sono messi sempre a disposizione e senza alcuna differenza rispetto ai minutaggi, siamo stati bravi a creare un grandissimo gruppo. Ho solo un rammarico, terminata la stagione non ci sono stati più contatti con la società e questo mi è molto dispiaciuto ma auguro comunque il meglio».
Si fa sempre un gran parlare dei giovani, credi che il salto dalle giovanili alle prime squadre sia gestito bene di norma nei dilettanti?
«In alcune società ancora non è chiaro cosa significhi essere giovane. I ragazzi che sbagliano vanno sicuramente ripresi, ma bisogna dare fiducia. Le società che puntano davvero sui giovani sono quelle che riescono a gestire meglio i campionati ed i passi futuri. Io da allenatore più giovani ho, più sarei felice. Bisogna superare un po’ la mentalità legata al fatto che con i “vecchi” si fa meglio. Se un ragazzo è bravo, nelle categorie dilettantistiche, già a diciassette, diciotto anni è giusto puntarci forte».
Oltre gli aspetti tecnici ci sono quelli economici sugli utilizzi dei ragazzi, un'idea sarebbe il vincolo di utilizzo di queste risorse?
«Sì, se una squadra utilizza tanti giovani e viene premiata, anche, economicamente è giusto investire in questo segmento. Se gli istruttori sono bravi ed accompagnano i ragazzi in tutta la trafila fino alla prima squadra, è giusto ricompensare questi sacrifici. Dietro un ragazzo che va in prima squadra c’è un lavoro decennale. Il lavoro delle scuole calcio ed in generale d chi lavora nella formazione va gratificato. Comunque nell’ultimo periodo sta aumentando la qualità dei formatori, lo abbiamo potuto riscontrare anche in altre categorie, senza contare che serve la giusta propensione per ogni fascia d’età».
Sappiamo che non continuerai la tua avventura con la juniores della Digiesse PraiaTortora, ti piacerebbe continuare sui settori giovanili o cerchi altre sfide?
«Mi piacerebbe continuare con l’under 17/19, ma anche con una prima squadra. Adesso sto alla finestra per scrutare le occasioni. In questo momento ovviamente le squadre sono quasi tutte pronte, ma sono pronto a raccogliere nuove sfide e non ho fretta perché anche gli allenatori devono ponderare i passi nel loro percorso di crescita».