Trentasei punti, uno in più di quelli che la scorsa stagione ed anche la precedente già alla penultima giornata avevano decretato la salvezza senza playout, la rosa più giovane del torneo, ed il premio federale per la squadra che ha utilizzato più “under” in campo, questi i numeri che hanno consentito alla Pro Pellaro del presidente Giuseppe Ravenda di raggiungere una meritata salvezza nel girone B di Promozione e di imporsi come una delle più interessanti realtà del panorama calcistico dilettantistico calabrese. Ecco alcune riflessioni, a tutto tondo, dalla composizione della squadra, passando per la guida tecnica, sino alla questione stadio da parte del massimo dirigente bianconero.
Che stagione si aspettava?
“Avevamo programmato la stagione proprio nel modo che ci ha gratificati di più, e cioè costruendo un organico in cui venissero valorizzati i giovani e gli under, con accanto qualche atleta di sicura esperienza. E’ stata non solo una scelta imposta dalla necessità di contenere i costi e di avere un budget ragionevole, ma anche una precisa opzione programmatica. Era necessario dimostrare coraggio e dare fiducia a molti ragazzi giovani, e alcuni under di sicuro spessore.
Mister Verbaro – continua Ravenda- ha giocato partite in cui è arrivato a fare ruotare tra titolari e sostituti addirittura sei, sette “under”. Ragazzi che hanno dimostrato qualità e spirito di gruppo. Tutti hanno dimostrato di valere la Promozione. Qualcuno, a mio avviso, anche categorie superiori.
In generale è stata una stagione lineare? C’è qualche ringraziamento particolare?
Non nego che sia stata una stagione problematica, principalmente perché giocare fuori dal nostro circondario di Pellaro a lungo andare ci ha penalizzati, non solo economicamente ma anche dal punto di vista del supporto alla squadra. Ma ho sempre cercato di trasmettere alla squadra tranquillità e a non creare alibi. Per quello che ha dimostrato questo gruppo ha nettamente meritato la permanenza in categoria.
In questi giorni molti addetti ai lavori, anche di altre regioni e di serie superiori mi hanno chiamato, interessati ed incuriositi al nostro progetto ed io a tutti ripeto che fare del calcio di qualità e propositivo con i giovani giusti si può. Del resto la bella esperienza della nostra rappresentativa regionale under 19, che ho seguito con grande attenzione, la dice lunga sulla qualità dei nostri ragazzi. Bisogna solo avere coraggio e creare condizioni ambientali giuste
Il mio ringraziamento va a tutti gli sponsors che ci hanno sostenuti dalla scorsa estate e a quelli che anche in corso di stagione hanno volontariamente offerto il loro contributo attirati da questo “progetto giovani” che stavamo concretizzando. Sono stati un sostegno importante.”
Il futuro va costruito giorno per giorno. Il mio obiettivo è quello di creare attorno alla Pro Pellaro una dimensione che possa unire le forze sane e propositive del paese, aggregare quanto più possibile e rendere questo club un riferimento solido, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche sociale e civico.”“Bisogna fare i conti con tempi economicamente difficili e con situazioni che non consentono eccessi. Allargare la base societaria ed economica del club non deve per forza significare eccedere in spese. Bisogna programmare obiettivi in maniera sostenibile partendo dai settori giovanili e da uomini di sicura qualità ed affidabilità, il resto verrà da sé.
Questione stadio. A che punto si è arrivati?
“Sullo stadio non intendo esprimermi. E’ un’opera di competenza del Comune di Reggio Calabria e attendiamo che venga consegnata per comprendere a quali condizioni la Pro Pellaro possa tornare a casa, rispettando, come è giusto che sia, ogni convenzione e situazione contrattuale. Ma mi auguro che l’impianto possa essere celermente consegnato alla comunità pellarese”.
Ci sono individualità che sono emerse?
“Non è giusto indicare qualche giocatore in particolare, tutti sono stati encomiabili, ma se dovessi fare qualche nome non avrei dubbi: il portiere Guido Mauro e l’attaccante Luciano Acosta sono stati davvero eccezionali. Hanno aderito sin da agosto al nostro progetto ed oltre ad elevare il livello tecnico della squadra hanno anche offerto un prezioso contributo al nostro settore giovanile e alla nostra scuola calcio. Sono due ragazzi fantastici. Come il resto del gruppo, Mi sento profondamente legato a tutti i miei calciatori, mi hanno davvero emozionato”.
A chi dedica la salvezza?
“Dedichiamo questa salvezza alla memoria del caro Thomas Bartuccio, un nostro ragazzo degli allievi di 16 anni che la scorsa estate è stato colpito da una improvvisa ischemia cerebrale e che, dopo avere tanto lottato, ci ha lasciati a dicembre. La scomparsa di Thomas ci ha toccati profondamente. Mi piace immaginare che Thomas, che era anche lui un giovane di ottime qualità, ci abbia sostenuti e protetti. Deve essere stato così. Certe cose succedono”