Cutrese doc e protagonista di un finale di stagione in crescendo (con anche tre chiamate nella nostra “top 5”), Francesco Sestito ha scritto a suon di parate una grande pagina della sua carriera e siamo andati a raccogliere le sue sensazioni.
Partiamo da inizio stagione, dopo lo stop da covid, la ripartenza con il Cotronei Caccuri, ottimo inizio ma poi cosa è successo?
«Effettivamente le prime battute sono state positive e mi sono trovato bene, da novembre per motivi personali ho preferito andare via. In generale la reputo una buona esperienza, come del resto testimoniava la classifica fino a quel momento».
Dopo l’addio ai giallorossi, come hai investito il tempo?
«Ho continuato a lavorare per restare in forma. Serietà e professionalità vengono prima di tutto, ho anche ricevuto diverse offerte sia in Eccellenza che in Promozione, ma ho dovuto sbrogliare delle situazioni personali che non mi consentivano di allontanarmi da casa».
La chiamata del Cutro, cosa ti ha spinto a tornare con la squadra del tuo paese data una classifica difficilissima e la militanza in Promozione?
«A febbraio sono tornato a Cutro, sono stati il presidente Chiellino ed il direttore Manfreda, prima della partita con il R. F. Gesù a contattarmi e mi hanno chiesto se fossi disposto a dare un contributo alla causa data la situazione. Non ci ho praticamente pensato nemmeno un attimo, io sono cutrese e sono legatissimo alla maglia ed alla città e quindi mi sono letteralmente buttato a capofitto in questa esperienza nel tentativo di fare il meglio possibile per la squadra che, voglio sottolineare, presentava molti giovani e dunque ha pagato dazio rispetto a squadre più complete ed esperte».
C’è stato un momento di sfiducia ed uno dove hai capito che ce l’avreste fatta?
«Momenti di sfiducia non ne ho avuti, nell’attimo in cui ho firmato mi sono focalizzato sulla salvezza, abbiamo remato tutti verso la stessa direzione. Probabilmente il momento clou dove ho capito che ce l’avremmo sicuramente fatta è stata la vittoria interna con l’Amantea ed a giudicare, anche, dal cammino nei play off dei blucerchiati quella sfida è valsa tantissimo per dimostrare di che pasta eravamo fatti».
La vittoria del play out in trasferta non è mai facile, come avete lavorato nella settimana precedente?
«Prima di Trebisacce abbiamo vissuto una settimana intensa ed abbiamo lavorato tantissimo sull’aspetto mentale e con tanta voglia e cattiveria convinti di poter fare bene e così è stato, non ci sono molti segreti nel calcio».
Tu personalmente che tipo di sensazioni hai vissuto, in una sfida che per larghi tratti hai giocato dopo aver subito un duro colpo al volto?
«Voglio partire dal fatto che, per come è nata la stagione, questa salvezza vale tantissimo, mi ha riportato alla memoria il gusto che ho provato a Brancaleone nell’ultima giornata di Eccellenza dell’annata 2015/16 che valse la salvezza diretta. Partivamo spacciati ed abbiamo sovvertito tutti i pronostici. Sulla disputa in se play out voglio dire che ho sentito molto la responsabilità, durante la gara ho subito un infortunio al volto che ho superato proprio per il legame con Cutro, stare in campo con i miei compagni era troppo importante e sono soddisfatto di come abbiamo reso tutti».
Per il Cutro che è una delle società più presenti in Eccellenza che futuro credi si possa delineare dopo le difficoltà degli ultimi anni?
«Va evitato di iniziare in ritardo come questa stagione. Dopo la vittoria di Trebisacce si è creato tanto entusiasmo, se questa situazione verrà sfruttata coinvolgendo tifosi e cutresi con contributi reali si potranno scrivere nuove e grandi pagine per un rilancio di una squadra che si è ritagliata tanto e bello spazio nel mondo del dilettantismo calabrese».
I tuoi programmi invece quali sono?
«Attualmente mi sto riposando, ovviamente valuterò le situazioni che si proporranno per continuare al meglio, è chiaro che mi piacerebbe, con dei piani ambiziosi, poter continuare a dare il mio contributo al Cutro».