Dopo la tripletta di domenica, siamo andati a scambiare due battute con il bomber del Brancaleone LUCA SAVASTA, data di nascita 2 giugno 1993 provenienza Palermo. Un “fuorisede” del calcio calabrese dalla stagione 2011/12 quando arrivò alla corte di Mr. Colle nella Rossanese.
Ma andiamo per ordine, dove e come nasce calcisticamente Luca Savasta?: “La prima squadra dilettante è la Fincantieri di Palermo, all’età di 15 anni mi trasferisco per due anni e mezzo al Vicenza Calcio dove disputo i campionati Allievi Regionali e Nazionali con gli ultimi sei mesi nella squadra Primavera, per essere ceduto al Taranto. Qui una serie di disguidi non mi permettono di ambientarmi e mi trasferisco in Calabria nella Rossanese. L’anno successivo sono ripartito da Nissa ma per problemi societari a dicembre mi sono trasferito a Sambiase. La stagione successiva inizio con il Montalto e poi alla Vibonese; quest’anno invece ho iniziato con il Due Torri squadra di serie D vicino Messina per arrivare a Brancaleone”.
Dopo tutti questi grossi centri con esperienze in categorie superiori, come ti trovi a Brancaleone? “Benissimo, ho trovato un paese accogliente e delle persone splendide, con una società e una squadra che mi stanno molto vicino”.
Come ti sei trovato in Eccellenza e come trovi il livello del calcio calabrese? “L’Eccellenza è un campionato più duro ed agonistico della serie D, dove c’è più tecnica, ma ha un suo valore. Il livello invece negli anni mi sembra sia sceso molto, c’è poco equilibrio infatti gli ultimi due campionati sono stati stravinti dal Roccella e dalla Palmese con distacchi importanti ”.
Con i tuoi gol stai portando il Brancaleone ad una salvezza tranquilla, quali obiettivi per il futuro? “Nell’immediato sono felice che i miei gol siano utili alla squadra, personalmente mi propongo di arrivare in doppia cifra cosa che non ho mai fatto in carriera, cosi come non avevo mai realizzato una tripletta. Per il resto mi impegno al massimo per poter raggiungere il livello più alto possibile, sono venuto qui per ripartire e mi auguro di chiudere bene il campionato perché vorrei avere un’altra chance in categorie più alte”.
Stare lontano da casa e dalla famiglia per giocare a calcio vale la pena? “Assolutamente, il calcio è la mia passione altrimenti tutti questi sacrifici solo per il rimborso che percepisci nei dilettanti non li faresti. La mia famiglia mi è sempre stata vicina, e sono felice che proprio domenica i miei fossero allo stadio per poter vedere la prima tripletta che dedico loro con tutto il cuore”.
fonte quotidianodelsud