ROSSANO – Non è la Rossanese di un mese fa ma poco ci manca. Contro il Cutro, battuto 3-0, i bizantini sono ritornati a giocare palla a terra, a dialogare molto la davanti (la tecnica sopraffina, d’altronde, non è mai mancata), a costruire armoniosamente azioni degne di tal nome. Tanto da confezionarne quattro nel primo tempo e qualche altra nella ripresa. Sembrano essersi dati uno scossone, insomma, Nocera e soci dopo quattro prestazioni negative che hanno fatto aumentare a dismisura il gap dalla prima della classe. Dall’altra parte il Cutro non ha mostrato quel carattere evidenziato nella gara d’andata subendo per quasi tutta la gara. Un incontro che nasce sotto i migliori auspici perchè subito dopo una conclusione
di Nocera terminata alta sulla traversa, la Rossanese passa. Corner di Di Maggio, la difesa cutrese respinge corto e sui piedi di Gregorace che con un piattone la mette dentro. Terza azione, seconda rete che giunge poco più avanti: Zangaro, pescato in area da Salerno, fa da sponda per Di Maggio che al limite dell’area piccola aggancia e realizza. Alla mezz’ora è Nocera a imbastire per Zangaro che dal fondo va al cross ancora per la conclusione Di Maggio ma la difesa libera sulla linea. Allo scadere è Nocera dai 20 metri su punizione a chiamare Zizza alla parata a terra. Nel freddo polare del Rizzo,
tra pochi intimi infreddoliti, la ripresa si apre con Di Maggio che ricambia il favore a Zangaro ma il gioiellino rossoblù, di testa, conclude fra le braccia di Zizza. Quindi è Di Maggio a chiudere i conti con un gol da cineteca. Servito in profondità, al limite dell’area arpiona il pallone di sinistro e poi pennella un pallonetto che si spegne all’incrocio dei pali alla destra di Zizza. Sul 3-0 i ritmi calano, l’intensità delle emozioni si dirada. Per annotare dell’altro bisognerà attendere il 40’ con una punizione, deviata dalla barriera ad opera di Grasso, parata con maestria da Zizza mentre al 42’ Schicchitano, un ex, sporca i guantoni a Maritato con una rasoiata rasoterra dai 25 metri che il “ragno nero” (ieri vestito proprio tutto di nero), distendendosi, para a terra.
Luca Latella