In casa biancorossa le acque non si placano e dopo le dimissioni del trio Peluso Jorio DePancis, tuona il vicepresidente De Rose, dimessosi a campionato in opera, dopo aver ricoperto per un breve periodo il ruolo di presidente successivamente lasciato a Carlo Stellato: « La stagione appena finita con un nulla di fatto è da non buttar via. Bisogna far tesoro degli errori commessi e sin da subito capire per il bene del Rende e della città di Rende con quale spirito e progetto si può ripartire. Per certo non capisco le dimissioni dello staff esecutivo. L'istinto, evidentemente ha prevalso sulla ragione». A Roccaravindola si sono frantumati il sogno serie D e l'ambizione di una finale nella magia dello stadio Flaminio: «L'amarezza è tanta. Una finale ed una promozione perse contro una squadra ampiamente alla nostra portata. Con i se e con i ma non si fa la storia». Il Rende è partita ai nastri di partenza da matricola con ambizioni di successo: «piccola premessa aggiunge De Rose Il Rende ha disputato una stagione fatta di alti e bassi caratterizzata da vicissitudini tecniche e societarie. Nonostante ciò il campionato è scivolato via per una manciata di punti, così come nel finale, i play off, giocati nello spareggio con lo Scalea con sei under in campo. Al Rende è mancata quell'unità di intenti e partecipazione degli anni precedenti che ne hanno caratterizzato l'ascesa e le ambizioni di rinascita. In tempi non sospetti mi sono dimesso con fermezza perché avevo intuito l'assenza di componenti fondamentali per costruire il successo quali la insufficienza della struttura organizzativa sia tecnica che societaria. Poteri accentrati in poche persone. La mancanza di un progetto ben definito su come affrontare il campionato. L'assenza di comunicazione tra le figure dirigenziali e una non limpida conoscenza dei costi d'esercizio ed un mercato fatto in maniera troppo impulsiva senza tener conto della rosa di cui il Rende disponeva». All'orizzonte, con le dimissioni date del gruppo facente capo a Barca e De Rose,con quelle probabili di Stellato ancora in silenzio e nessuna presa di posizione da parte delle istituzioni, i tifosi temono per il futuro del calcio rendese: «Non so quanti imprenditori amano i colori biancorosso. Io e miei amici abbiamo dato prova che oltre ad amare il Rende e la città di Rende abbiamo con un oculata gestione conseguito sul campo promozioni storiche. Oggi è prematuro parlare di futuro del calcio a Rende».Intanto si susseguono le voci che vedono diversi imprenditori interessati ad entrare o rilevare il Rende Calcio. All'orizzonte c'è una campagna elettorale anche da costruire e la squadra può essere un veicoli di interessi politici, imprenditoriali e privati. Ma il destino del Rende sta nei numeri, in quei numeri scritti sotto la voce debiti. Infatti,in attesa di conoscere le intenzioni del presidente Stellato, che pare intenzionato a dimettersi, c'è curiosità e mistero sui conti economici di fine anno dovuti al monte stipendi e a spese di gestione . Se questi i numeri sono piccoli il futuro biancorosso è meno opaco

tratto da "Il quotidiano della Calabria"