Gianmarco De Feo: «A Brindisi, fuori rosa senza una chance. In C posso dire ancora la mia»
Gianmarco De Feo: «A Brindisi, fuori rosa senza una chance. In C posso dire ancora la mia»

Abbiamo intervistato Gianmarco De Feo, attaccante classe 1994, attualmente svincolato dopo l’esperienza di Brindisi. De Feo, assistito da Giovanni Tateo, è cresciuto nelle giovanili di Milan, Lanciano e Varese per poi collezionare presenze nei professionisti con Lucchese, Imolese, Vis Pesaro, Robur Siena, Savona, Bastia, Ascoli, Grosseto e Brindisi. Dopo 11 anni di professionismo, De Feo, è ancora svincolato e ci ha raccontato le sue sensazioni e le controversie che ha dovuto affrontare specialmente nell’ultimo anno in quest’intervista:

“Cosa non è andata nell'ultima stagione con il Brindisi? A Brindisi sono arrivato con grande entusiasmo perché avevo visto i video della curva e non vedevo l’ora di giocare e segnare al Fanuzzi. Purtroppo fin da subito ho visto che verso di me c’era una sorta di preclusione e quindi sono stato messo fuori rosa senza nemmeno avere una vera chance e questo mi ha fatto stare male perché sapevo benissimo di essere molto utile alla causa.”

“In questa stagione di calciomercato sei stato accostato alla Pergolettese e al Mestre. I progetti non ti hanno convinto? La Pergolettese in realtà non l’ho mai sentita perché se si fossero fatti avanti avrei accettato senza problemi, invece col Mestre non si è trovato un accordo nonostante fossi interessato a rimettermi in gioco in una società seria e ambiziosa come la loro.”

“Che ricordi e aneddoti ti porti dalla tua carriera fino a questo momento? Ho molti aneddoti e ricordi positivi, ho avuto una carriera importante nonostante avessi potuto sicuramente fare di più, ma l’esperienza in B ad Ascoli è stata la più bella per la categoria e per la piazza importante che rappresenta.”

“Calcisticamente e personalmente dove hai vissuto la tua migliore stagione e perché? Le mie migliori stagioni le ho trascorse con la Lucchese, un posto che porto nel cuore dove ho fatto benissimo e si è creato un legame fortissimo con la gente. Il primo anno con i playoff persi col Parma e il secondo anno con la miracolosa salvezza con i 26 punti di penalizzazione da capitano.”

“Dall'inizio della tua carriera chi ti ha aiutato di più? Ho avuto molte persone positive tra compagni di squadra, allenatori e direttori ma penso ad allenatori come: Galderisi, Didonato e Antonioli che mi hanno dato molto mentre Obbedio e Righi come direttori sono stati i migliori. Non parlo solo di competenza ma anche umanamente.”

“Principalmente sei un esterno alto anche se molte volte hai giocato come punta centrale. Qual è il tuo ruolo preferito? Quali sono, a tuo parere, le caratteristiche che ti hanno portato a fare strada nel mondo del calcio? Penso che posso ricoprire bene tutti i ruoli dell’attacco, in particolare mi piace lavorare per mettere i compagni davanti alla porta, poi ben venga il gol. Penso di poter dare molta qualità alla squadra e penso di essere ancora un giocatore che può dire la sua in questa categoria (Serie C).”