Francesco Rizzo: «Ho vissuto il Napoli di Sarri, ho ancora tutto da dire e da dare»
Francesco Rizzo: «Ho vissuto il Napoli di Sarri, ho ancora tutto da dire e da dare»

L’intervista odierna è incentrata su Francesco Rizzo, difensore classe ’98 reduce dall’ultima stagione con la Recanatese e Turris in Serie C. Rizzo ha iniziato la carriera con le giovanili del Napoli e Avellino per accumulare poi esperienza sia in Serie D che Serie C con le maglie di: Nocerina, Gozzano, Sorrento, Sarnese e Alessandria. Si è raccontato a noi in quest’intervista esclusiva:

“Francesco Rizzo, difensore centrale classe '98, nell'ultima stagione hai giocato con la Turris inizialmente e poi con la Recanatese sempre in Serie C. Raccontaci un po' di te e delle tue esperienze calcistiche. Negli ultimi anni ho girato un bel po’ e ho collezionato esperienze dappertutto. Ovviamente sia positive che negative ma fanno parte del percorso calcistico e anche di vita. Ormai sono un bel po’ di anni di calcio a livello importante e credo di aver raggiunto la maturità ottimale per esprimermi al meglio.”

“Come reputi la tua ultima stagione dal punto di vista personale? L’ultima stagione, ho vissuto una situazione poco piacevole vedendomi togliere ciò che mi ero guadagnato con lavoro e sacrificio sul campo. Specialmente nei primi sei mesi una situazione poco piacevole della quale preferisco non parlare, sono stato bloccato nel momento del mio exploit ma riprenderò tutto ció che merito.”

“Che ricordi e aneddoti ti porti dietro della tua infanzia calcistica? Dove hai vissuto i ricordi più belli? Ne porto dietro tanti, ho avuto la fortuna di entrare nel professionismo in età giovane, ho vissuto alcuni mesi il Napoli di Sarri e lì ho costruito ricordi importanti. Ma anche in primavera o settore giovanile, avendo fatto anche il capitano sia a Napoli che ad Avellino. Poi le prime partite, le belle piazze in cui ho giocato, la gente che mi ha apprezzato. Ma non solo, ci sarebbero tanti aneddoti, tante cose belle che porto dentro e costituisco con gioia.”

“Per te tante presenze tra Serie C e Serie D, che differenza hai avvertito di più tra le due categorie? Credo che la differenza sia nell’atletismo e nella qualità. La C è un campionato molto importante, duro, con giocatori forti e di grande carriera ma ci sono molte squadre di D che direbbero la loro senza alcun problema. A mio parere ci sono tanti giocatori nelle serie minori che meriterebbero l’occasione del salto di categoria, ma oggi è sempre più difficile a causa di tante dinamiche.”

“Dall'inizio della tua carriera chi ti ha aiutato di più? Senza alcun dubbio la mia famiglia, sono tanti i sacrifici fatti. Mi hanno spronato sempre, tutti i giorni, non lasciandomi mai solo e dandomi sempre la spinta in più nei momenti difficili. Un grazie anche ad alcune persone ed allenatori che ho incontrato fino ad ora nel mio percorso, mi hanno trasmesso insegnamenti importanti.”

“Hai collezionato più presenze da difensore centrale ma sei abituato anche a giocare come terzino ed esterno destro. Qual è il tuo ruolo preferito? Quali sono, a tuo parere, le tue qualità migliori? Per fortuna sono un giocatore molto duttile, credo di essere il difensore centrale moderno, forte fisicamente e atleticamente e dotato anche di un buon piede. Proprio per queste doti atletiche, mi hanno utilizzato molto anche come terzino ed esterno di centrocampo. Purtroppo fino ad ora nei momenti in cui sembrava essere arrivata la svolta definitiva è subentrato puntualmente un ostacolo, sia di sfortuna che di situazioni particolari. Mi reputo però un giocatore abbastanza completo e a 26 anni ho ancora tutto da dire e da dare.”

“Che obiettivi ti stai ponendo in vista della prossima stagione? Ci puoi dare qualche anticipazione? L’obiettivo principale è quello di ogni anno, fare il massimo, spremere me stesso fino all’ultima goccia, lavorare duro e mettere ciò a servizio della squadra. Con una speranza ed un augurio in più però, che tutto fili con equilibrio e serenità. Anticipazione? Ci divertiremo.”

“Qual è il tuo idolo? Sogno nel cassetto? Ne ho diversi, ma nel mondo dello sport in generale. Amo seguire persone che si sono costruite, si sono sacrificate e nonostante grandi successi rimangono di un’umiltà e di una dedizione impressionante. Sogno nel cassetto è lo stesso di sempre, chi inizierebbe a scalare una montagna senza la voglia matta di vedere il panorama dalla cima?”