Manuel Vitiello è un portiere classe ’01 che nell’ultima stagione ha difeso i pali del Chieti in Serie D girone F. Vitiello, assistito dalla sua agenzia "Fuori dal Campo", ha iniziato la sua carriera tra le giovanili del Cesena e quelle del Sassuolo. Dopo, il salto nei dilettanti, tanta Serie D per Vitiello con le maglie di: AA Casertano, Virtus Bolzano, Sammaurese e Chieti. Si è raccontato a noi in quest’intervista:
“Manuel Vitiello, portiere classe 2001, nell'ultima stagione hai difeso i pali del Chieti in Serie D girone F. Hai fatto anche altre esperienze in D con la Virtus Bolzano, Aurora Alto Casertano e Sammaurese. Raccontaci un po' di te. Ho respirato calcio da quando ero piccolissimo, ho sempre e solo pensato al pallone, non volevo altro. Ho iniziato come tutti nella scuola calcio del mio paese, in mezzo a tanti mi sono saputo distinguere e riuscire ad avere la possibilità di andare a provare con tante squadre di Serie A e B. Il Cesena mi voleva fortemente, così decisi di andare lì. La prima esperienza fuori casa all’età di 14 anni, indimenticabile. Poi al terzo anno, con tanto dispiacere il Cesena fallì e il direttore mi portò con sé a Sassuolo. Altra storia, altro ambiente, ero passato da un settore giovanile di Serie B a uno di A, ero entusiasta. Al secondo anno però, il covid bloccò tutto e tornammo a casa. Inizia così il mio percorso in prima squadra. Prima esperienza in Serie D, come la maggior parte dei giocatori che vengono da un settore giovanile, è molto difficile riuscire ad ambientarsi, io ero appena maggiorenne e avevo a che fare con persone di trenta anni. Però me la cavai abbastanza bene. Sono sempre stato uno abbastanza silenzioso fuori dal campo, al contrario che dentro, sempre rispettoso nei confronti dei miei compagni, e non ho mai dato problemi, ho sempre lavorato e ascoltato. Io amo il lavoro duro, amo migliorarmi e cerco sempre di aiutare chi magari non ha la mia stessa mentalità. Sono passati 4 anni in Serie D, ho fatto le mie partite, anche se ne avrei volute fare di più, ci sono state dinamiche sfavorevoli che mi hanno sempre penalizzato, ma conosco il mio valore e so che merito di più, perché lavoro tutti i giorni per questo.”
“Come reputi la tua stagione dal punto di vista personale? La stagione passata è stata molto particolare, la società ha promesso tante cose e mantenute poche. Io ho continuato lo stesso a lavorare e ho aspettato. Quando era arrivato il mio momento ho dato il massimo, ed è stato ripagato nelle prestazioni, molti miei compagni mi sono stati vicini e mi hanno dato forza, e in quelle partite che ho giocato ho sempre ricevuto complimenti da tutti, quella è stata la mia soddisfazione più grande.”
“Che ricordi e aneddoti ti porti dietro della tua infanzia calcistica vissuta tra le giovanili di Cesena e Sassuolo? Sicuramente quando giochi per queste grandi società, ti danno sempre la possibilità di poterti allenare con la prima squadra. Spesso a Sassuolo andavo su in prima squadra e mi allenavo con grandi calciatori, ed era fantastico perché tu hai sempre sognato di poter essere lì, e in quel momento ero lì, anche se per poco ma ero lì. Un aneddoto che mi viene spesso in mente è quando l’allenatore dei portieri della prima squadra che c’era ai tempi, Francesco Farioli, dopo un allenamento mi prese da parte e mi disse “Manuel tu hai delle gran qualità, vedrai che farai una bellissima carriera.”
“Come ti sei trovato con il Chieti in questa stagione e com'è il tuo rapporto con i compagni e con lo staff? Chieti è una bella città, respira calcio, i tifosi sono straordinari, io sono stato due anni lì e ogni volta quando iniziavano a cantare mi venivano i brividi. Di compagni in due anni a Chieti ne ho avuti veramente tanti, con molti ho avuto un bellissimo rapporto, però poi le strade si dividono, il calcio è anche questo. Con lo staff ho avuto un bellissimo rapporto, vivendo di più il preparatore dei portieri sicuramente mi ha dato una grossa mano nei periodi belli e brutto, Gianluca Tuccella è stata una persona fondamentale per il mio percorso a Chieti.”
“Dall'inizio della tua giovane carriera chi ti ha aiutato di più? Sicuramente la mia famiglia, mio padre e mia madre mi hanno sempre dato una gran forza per spingermi a fare quello che ho sempre voluto. Poi sicuramente tutte le persone che mi circondano e che vogliono il mio bene, mi danno la forza e la carica.”
“Come mai hai scelto di diventare portiere? Quali sono, a tuo parere, le tue qualità migliori? Quando ero piccolino sono sempre stato quello più alto e grosso rispetto ai miei coetanei, in porta mi divertivo perché, la palla non passava e i miei compagni rosicavano. Oltre alle qualità tra i pali, io amo giocare palla a terra, mi piace quando vengo coinvolto, mi piace giocare con i piedi.”
“Stai già pensando alla prossima stagione? Che obiettivi ti stai ponendo? Manca poco all’inizio della preparazione, insieme ai miei procurati stiamo cercando una soluzione. L’obiettivo che mi pongo è di riuscire a far più presenze possibili, ho voglia di riscattarmi e di mostrare il mio valore.”
“Qual è il tuo idolo? Sogno nel cassetto? Se dovessi dire a chi mi ispiro, direi Di Gregorio, mi piace il suo stile calcistico, è un ragazzo che nel giro di pochi anni ha fatto una scalata importante ed è migliorato tantissimo, infatti ora giocherà per una big della Serie A. Il sogno di ogni giocatore è quello di poter giocare tra i professionisti, il mio sogno è quello di arrivarci per merito, sudore e sacrificio.”