«Coalizzati per difendere i diritti delle società che rappresentiamo». È stato questo il lait motive che ha caratterizzato il G7 di ieri pomeriggio tra i presidenti ed i legali rappresentanti delle squadre cosentine militanti nel campionato di Eccellenza Calabrese. Il primo vertice calcistico si è tenuto nella città bizantina presso la sede sociale della Rossanese. Lo stesso che diventerà, almeno stando alle promesse degli intervenuti, uno scadenzato appuntamento, di certo unico nel suo genere. Presenti, Dino Stancato, presidente degli elefantini e padrone di casa; Luca Siciliano e Francesco Volpe per l’Acri; Giuseppe Grana, Vincenzo Cristofaro e Vincenzo Amatuzzo per il Belvedere; Fabio Falbo massimo esponente del Corigliano; Piero Perrotta presidente della Paolana; Gino Spolitu leader del Praia; ed i responsabili dello Scalea Antonio Passalacqua e Pino Bono. In un clima di famiglia felice, purtroppo sempre più raro di questi tempi nell’orbita dello sport pallonaro, gli esponenti delle varie associazioni hanno chiesto, attraverso un documento confermato e sottoscritto, quanto segue: 1. Un incontro con il Presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, per ottenere una giusta considerazione della nostra attività. In caso di risvolti negativi i presenti sono pronti a consegnare le schede elettorali in occasione delle prossime elezioni provinciali; 2. Ufficializzare una richiesta di dimissioni immediate all’attuale Presidente del Comitato Regionale della Figc Calabria, Antonio Cosentino; 3. Ricusare direttori di gara provenienti da Comitati Arbitrali del reggino. In poche parole: Incazzati! È questo il termine, probabilmente per niente consono alla circostanza ma efficace per la comprensione della circostanza. «Dobbiamo cambiare i vertici della Lega», è con questa sequela che Dino Stancato ha introdotto il suo intervento. «L’attuale presidente della federazione – ha continuato il patron rossoblu – ha ormai interrato le sue radici, divenute troppo folte e radicate, e quindi sembrerebbe giusto ridimensionarle». Ed ancora, «Com’è possibile che nelle partite tra cosentine vengano mandati a dirigere gli incontri arbitri reggini? Spero che tutto ciò sia una pura casualità ma cerchiamo di non farle accadere più tali fatalità», almeno per non incorrere in cattivi pensieri. Ma per quanto percepito in sala il problema maggiore del campionato sarebbe l’Hinterreggio, reo a pare del presidente del Praia, Gino Spolitu «di godere delle massime attenzioni da parte del Comitato Regionale». Dopo le dichiarazioni del presidente del Bovalino, ecco giungere allora, un altro fardello di critiche per la squadra dello Stretto. «Dato che il campionato sembra ormai essere segnato – è andato avanti il massimo dirigente dell’undici celeste del Tirreno – potremmo dare un segnale ai vertici della federazione non mandando in campo, nelle gare ufficiali contro l’Hinterreggio, le formazioni titolari». Ed anche per il proprietario della Paolana, Piero Parrotta, il campionato 2007/08 sarebbe falsato con una già destinata vincitrice. «Lo sapevamo sin da quest’estate che l’Hinterreggio avrebbe vinto il campionato, e sfortunatamente i “pronostici” ci stanno dando ragione. Noi – ha detto Perrotta – vorremmo che venisse data maggiore considerazione alla funzione sociale che le nostre realtà sportive svolgono sul territorio. Anche noi con il calcio creiamo economia e per tale ragione dovremmo essere supportati dalle istituzioni». Più ottimisti, invece, i rappresentanti dello Scalea. «Pensiamo – ha dichiarato il Dg Pino Bovo pensando proprio alla partita tra i biancostellati e la Rossanese nella quale proprio al team bizantino venne fischiato un rigore dubbio – che sugli arbitraggi non ci sia malafede; almeno vogliamo pensarlo. E ciò mi induce a dirlo anche e soprattutto perché se noi, responsabili di società calcistiche, emaniamo all’esterno un messaggio di poca credibilità della Lega rischiamo di mettere in agitazione i nostri tifosi provocando così un clima di tensione insopportabile. Allo stesso tempo, però, siamo d’accordo affinchè le squadre del cosentino si coalizzino, come questa sera, per difendere i propri diritti». E fin qui la questione legata al calcio giocato. Ben diverse, ma più o meno sulla stesso andazzo, le vicende legate al calcio visibile e sociale; quello cioè che «dovrebbe avere maggiori considerazioni da parte delle istituzioni». E Dino Stancato, su questo punto è categorico, «o la Provincia inizia a considerarci oppure consegneremo le nostre tessere elettorali alla Prefettura. Noi non andiamo alla ricerca di contributi, né tanto meno chiediamo elemosine. Vogliamo essere solo un po’ più considerati come del resto prevede la legge». Ed a proposito di ciò il dirigente dell’Acri, il legale Francesco Volpe citando l’articolo 112 del C.C., ha precisato che «lo sport va considerato come un servizio pubblico ed in quanto tale deve essere finanziato ed aiutato, nei limiti dovuti, dagli enti locali». Meno filosofico-dirittuale e più pragmatico il parere del navigato direttore generale del Belvedere. «Diciamo la verità, abbiamo bisogno di soldi. Se iniziamo a parlare ci ritroveremo ad incolparci l’uno con l’altro. La verità è che siamo fanatici – ha riferito – al nord i giocatori di C2 percepiscono un rimborso spese che alle volte è quasi la metà di quello incassato da un tesserato che gioca in una delle nostre squadre d’Eccellenza. Allora, non abbiamo paura nel dire che i soldi servono». Questo è il calcio, il gioco più bello del mondo. Un roboante universo che, anche nelle categorie più basse della quarta serie, si rivela essere anch’esso ricco di inciuci. La speranza, però, è che questi sette presidenti, coraggiosi per aver saputo esprimere coesi il loro rammarico e le loro disapprovazioni, seppur con considerazioni più o meno discutibili, possano continuare il loro cammino senza trovare sul loro cammino ostacoli ed impedimenti, solamente per il fatto di aver trovato la forza di dire ed affermare la loro opinione.
Marco Lefosse