Dopo una lunga carriera, con un passaggio segnante nel professionismo, Francesco Corapi reduce da una stagione a metà tra Cutro e Paolana ha deciso di appendere le scarpette al chiodo e cimentarsi da allenatore.
Quali sono le tre "fotografie" caratterizzanti della tua carriera?
«Se devo immaginare tre fotografie partirei, sicuramente, dal debutto in serie B con il Catanzaro, è stato chiaramente un momento importante. Poi scorrendo il mio album direi la vittoria nel derby Reggiana-Parma terminato 0-2 e la finale play off Trapani-Piacenza. Direi proprio che queste sono tre fotografie segnanti per la mia carriera».
In base a quanto visto nel dilettantismo qual è lo stato di salute del nostro calcio?
«C’è una flessione generale che non tocca soltanto il dilettantismo, anche in serie C il livello è sceso. La riflessione va fatta sui giovani, aiutarli pensando ai minutaggi è un danno perché molto spesso terminato il periodo da fuoriquota i ragazzi si perdono. Bisogna lavorare sulla qualità degli atleti che devono giocare per merito e non per anagrafica».
Adesso si apre una nuova strada, quella di allenatore, quali principi vorrai trasmettere in questa nuova avventura?
«Cambierà sicuramente qualcosa dal campo alla panchina, ma i principi cardine sono sempre gli stessi, avere e trasmettere spirito di sacrificio e soprattutto avere fame che è l’elemento imprescindibile per migliorarsi e sfidare sempre i propri limiti».
La regola degli under che li riduce a due può essere uno stimolo?
«Anche la Calabria si è allineata a quanto accadeva già nelle altre regioni. Torno a quanto ho detto prima, serve merito, ho visto decine di ragazzi debuttare anche in serie C e poi perdersi. Il ragionamento è ampio e si potrebbe scrivere un libro su questa tematica».