Pippo Laface è tra i più esperti allenatori delle nostre latitudini, ma senza troppi rimpianti:“Ero stanco e mi divertivo poco”, ha continuato a seguire l’evoluzione dei tornei: “Ogni domenica leggevo i risultati”. Ovviamente un occhio particolare è stato riservato al Bocale:“Proprio a causa della stanchezza, già a dicembre volevo andare via, ma sono rimasto per affetto. Sono contentissimo, comunque, della svolta impressa dalla squadra e dalla bella soddisfazione che si è tolto Saviano. Le vittorie sul Rende e sul Sersale sono stati momenti magici che confermano la bontà del progetto e la tenacia della società”.
Lo sguardo dell’esperto tecnico si sposta, anche sul futuro del movimento:“Troppi ragazzi stranieri rischiano di far perdere un po’ lo spirito che dovrebbero avere queste squadre, inoltre credo che le regole sugli under così concepite non paghino più, sarebbe meglio una limitazione sugli over che non il contrario. Inoltre -continua Laface- massima attenzione va posta alle nuove norme che stanno per arrivare, eventuale facilità di svincolo per gli atleti, oppure il cambiamento di alcune norme legate alla fiscalità rischierebbero di diventare un giogo ferale per le squadre dilettantistiche”. Un momento di riflessione durante il dialogo con il tecnico melitese è riservato anche alle istituzioni:“Sono in questo mondo da oltre quarant’anni, Cosentino è stato un grandissimo presidente e Saverio Mirarchi è sulla strada giusta per fare bene. Forse con gli arbitri c’è stato qualche tormento in più ma rimanendo sempre in binari non eccessivi, anzi ricordo ancora bene il soccorso all’arbitro durante la sfida con la Morrone, oltre il campo siamo uomini. In generale penso anche che, nonostante i corsi e la crisi di vocazione, sarebbe opportuno che gli arbitri giovani, ma che non riescono a fare avanzamento di carriera vengano rimandanti nei tornei regionali, ne guadagnerebbero tutti in termini di prestazione e formazione”.
In ultimo non poteva mancare una domanda sul futuro:“Claudio Ranieri sopra i settant’anni si è tolto una grandissima soddisfazione, non vedo perché io a sessanta non possa provare a cercare qualcosa di nuovo, quello che conta è la progettualità oltre la categoria, ma soprattutto che si possa lavorare con entusiasmo e con il divertimento quale obiettivo principale”.