Riceviamo a pubblichiamo
Il presidente della Palmese, dott. Pino Carbone, il giorno dopo la partita casalinga contro la Reggina, ancora una volta vuole chiarire meglio e a mente più serena quelle che sono state le proprie esternazioni espresse ai giornalisti al termine della gara. Innanzitutto, intende chiedere personalmente scusa a Mimmo Praticò, sia come uomo che nella sua qualità di presidente dell’ASD Reggio Calabria. “Il mio rammarico – evidenzia – non era rivolto né a lui né a tantissimi dirigenti che conosco e che stimo. Purtroppo, durante la pausa tra il primo e il secondo tempo, transitando sotto la finestra dello spogliatoio che ospitava la compagine amaranto, ho inavvertitamente sentito delle frasi che riporto testualmente: “lasciateli perdere, che sono dei dilettanti allo sbaraglio! Giocano soltanto tirando calci”. E ancora: “sono dei provinciali, noi siamo la Reggina!”. Una delle voci che ho riconosciuto – visto che mi si chiede di fare i nomi – era sicuramente quella del mister, il quale nel pronunciare la prima frase redarguiva i suoi giocatori. Non solo: qualche istante prima, tra il tunnel d’ingresso e gli spogliatoi Cozza diceva ai suoi: “non dategli confidenza che vi prendo a calci nel sedere, noi siamo la Reggina!”. L’altra, purtroppo non sono riuscito a identificarla. Il presidente Praticò ha dichiarato di essere stato l’unico dirigente presente all’interno ed io credo a quanto detto. La voce non era sicuramente la sua, quindi, può anche darsi che quell’ultima frase sia stata proferita da qualche giocatore. Tutto ciò – continua Carbone – è stato ampiamente alimentato anche dal fatto che, durante il primo tempo e, in particolare, nei primi dieci minuti della gara, essendo il sottoscritto seduto proprio al di sotto del palchetto che abbiamo costruito per dare la possibilità alle emittenti di poter avere un proprio sito autonomo all’interno dell’impianto (pensato per farli lavorare in modo più consono che non sugli spalti), ho sentito alcuni giornalisti reggini che dicevano: “ci hanno appollaiato in un gallinaio, non si riesce a lavorare. Noi siamo abituati al “Granillo”, dicono che questo sia uno stadio e invece non è nemmeno un campo sportivo”. Al di là di tutto, noi riteniamo che sia stata una grande giornata di sport. Sicuramente il risultato giusto sarebbe stato il pareggio ma non possiamo recriminare nulla perché bisogna anche accettare che un goal arrivi allo scadere (eravamo al 94’) come purtroppo spesso è accaduto quest’anno. Il verdetto ci ha penalizzati solo per come è avvenuto: non ha fatto altro che abbatterci (in prima battuta) ancora di più nel morale ed alimentare il nervosismo che si era creato. Rinnovo le scuse se le mie esternazioni a caldo hanno offeso gli amici della Reggina e, soprattutto, i cittadini stessi perché , sicuramente, non è giusto che un’intera comunità paghi per quei pochissimi soggetti che hanno utilizzato termini non idonei per una squadra che si è espressa favorevolmente alla rinascita del calcio reggino. Infine, vorrei chiarire un altro importante passaggio, rispetto alla denominazione ASD Reggio Calabria/Reggina: “non ero informato sulle diatribe esistenti tra la vecchia società e la nuova, l’ho appreso solo oggi dagli operatori dell’informazione, ma la mia era solo una battuta nel dire che certe espressioni non possono essere di una società che io ho sempre ammirato per la professionalità e che, comunque, ci ha sempre rappresentato in modo più che dignitoso nell’ambito del calcio professionistico”.
Palmi, 4 aprile 2015
Il Presidente, dott. Pino Carbone tramite Domenico Latino, Responsabile Comunicazione US Palmese.