Palmi (Reggio Calabria)– Anche se non è stato uno dei titolari inamovibili della corazzata che ha stravinto il torneo di Eccellenza calabrese, il centrocampista lametino Vincenzo Curcio, si è comunque ritagliato un ruolo di primo piano all’interno del gruppo guidato dal sagace mister Rosario Salerno; conoscendolo bene il tecnico di Rocca di Neto lo ha impiegato sia da esterno quanto da interno di centrocampo, chiamandolo anche a fare il terzino nella difesa a quattro: in pratica Curcio è un autentico “jolly”.
Restando in tema, l’eclettico giocatore della Palmese espone le sue preferenze tattiche: «Le mie propensioni sono quelle di esterno difensivo sulla corsia sinistra, in quanto mi piace molto partire da dietro e cercare di mettere in difficoltà la retroguardia avversaria con le mie sgroppate, ma mi adatto bene anche negli altri ruoli; quando sono stato chiamato in causa ho sempre cercato di dare tutto me stesso senza risparmiarmi».
Nel suo bagaglio professionale, il 25enne Vincenzo Curcio vanta ben tre promozioni (dalla D alla C2 con il Cosenza 1914, dall’Eccellenza in serie D con le casacche Sambiase e Palmese), nonché sei tornei di Serie D (con 147 presenze, arricchite da 18 gol tra Cosenza 1914, Sambiase e Vibonese); ripercorrendo le tappe della sua ancor giovane carriera Vincenzo ci parla anche dei tecnici che lo hanno fatto crescere umanamente e professionalmente: «Non c’è una scala di valori, ma Erra, Aita e Salerno sono stati davvero importanti nella mia carriera da ogni punto di vista, trasmettendomi dei valori che io ritengo fondamentali. Sono molto grato a loro per gli insegnamenti, e per aver creduto nelle mie qualità; tutti e tre mi hanno fatto lavorare molto sulle mie doti di tiratore di calci da fermo, facendomi migliorare molto nella precisione dei tiri piazzati».
Dopo che anche la matematica ha emesso il suo inappellabile verdetto, il fantasioso giocatore della Palmese (19 presenze ed un fantastico eurogol contro il Gallico Catona) esprime il suo giudizio su questo grande risultato e sulle rivali più forti: «All’inizio del torneo nessuno di noi immaginava neanche lontanamente di poter stracciare la concorrenza, alla quale abbiamo rifilato un distacco abissale, approdando in Serie D addirittura con sei turni di anticipo; nell’arco della stagione mi è sembrato che la Vibonese abbia qualcosa in più rispetto a squadre ben strutturate come Isola Capo Rizzuto, Gallico Catona, Scalea, Acri e Cutro».
In una annata a dir poco strepitosa, l’unico rimpianto di Vincenzo Curcio è relativo alla eliminazione in Coppa Italia, arrivata nei ai quarti di finale, ad opera della Cittanovese: «La lotteria dei calci di rigore per noi è stata maledetta, ed è stato bruciante uscire in questo modo dalla competizione; peccato, perché a mio avviso, potevamo addirittura raggiungere la finale nazionale, e magari portare a casa il prestigioso trofeo. A proposito di trofei, a questo punto vogliamo vincere la supercoppa calabrese, che giocheremo davanti al nostro meraviglioso pubblico dopo la conclusione del torneo di Eccellenza».
Visto che il rapporto con i compagni di squadra è idilliaco, al pari di quello con la società, Vincenzo Curcio esprime il suo desiderio di vestire ancora la gloriosa casacca nero verde della ultracentenaria Palmese: «E’ ovvio che i matrimoni si fanno in due, ma la mia vivida speranza è quella di tornare a giocare in serie D, onorando ancora la maglia della Palmese. Voglio sottolineare che la società guidata dal presidente Pino Carbone ha sempre onorato gli impegni nei nostri confronti, facendoci giocare con estrema tranquillità: la piazza di Palmi è davvero molto ambita, soprattutto negli ultimi anni. Il rapporto con i compagni è splendido, in particolare con quelli che hanno sempre viaggiato con me in treno: la tifoseria è calda e passionale ed è davvero il dodicesimo uomo in campo».
fonte quotidianodelsud