“Ora BASTA”. Esordisce con due semplice parole il comunicato trasmesso dalla Società Sportiva Cariatese, alla quale non stanno andando giù le tante parole e ingiurie che stanno provenendo da tutta la Calabria dopo le ultime notizie, e cioè la bara esposta in tribuna. Il comunicato prosegue poi con tutto il racconto della vicenda, iniziando però dall’aggressione al signor Paradiso di Lamezia contro l’Audace Rossanese: “Siamo stanchi di essere etichettati violenti e mafiosi, noi facciamo calcio per divertimento e per passione. Siamo ancora oggi rattristati per il grave episodio contro il signor Paradiso, ha distrutto la nostra immagine e ha distrutto anche un uomo che come noi stava portando avanti la sua passione. Per quell’episodio però ci siamo presi le nostre colpe, ma anche le dovute distanze, il fatto è stato compiuto da persone al di fuori della società, ma noi abbiamo anche le nostre colpe per non essere riusciti a bloccarli in tempo, per questo abbiamo deciso di non fare ricorso. Ora però chiediamo un po’ di tolleranza, questi episodi succedono ogni settimana in tutta la Calabria, ma mai ho visto questo accanimento contro una particolare società. Ora tutti si attaccano alla nostra violenza per giustificare le loro sconfitte, ultimo il signor Mario Munno, allenatore dell’Albidona. L’episodio della bara è senza dubbio brutto e indignante, ma stavolta noi non c’entriamo nulla, ricordiamo che la partita si è svolta in campo neutro, a Corigliano. I nostri tifosi hanno avuto accesso allo stadio solo alle 13.30, nessuno è potuto entrare prima e siamo certi che nessuno dei nostri ha fatto una cosa del genere. Noi vogliamo fare chiarezza e difendere la nostra posizione, a nostro avviso quella bara è stata messa li dalla tifoseria del “Villaggio Frassa”, squadra di Corigliano militante nel campionato di terza categoria, con quale tre stagioni fa abbiamo vinto la finalissima play off. Forse ancora un po’ di amaro in bocca o forse qualche diatriba tra tifoserie, ma di certo quella bara era rivolta a noi e non all’Albidona. Quello che più ci lascia perplessi e indignati però, sono le dichiarazioni del signor Munno Mario, allenatore dell’Albidona che ci ha accusati gravemente di minacce di morte per tutta la partita. La nostra società è piena di valori sportivi, nessuno ha minacciato di morte nessuno, è vero che c’erano escrementi negli spogliatoi ma gli stessi c’erano anche nei nostri. Non è invece vero tutto il resto, nessuno tesserato ha minacciato di morte, il nostro portiere Boccia è una persona seria e umile, e per queste gravi accuse che rischiano di rovinare anche la sua immagine personale, oltre a quella della società, il signor Munno si prenderà le sue responsabilità anche nella giustizia civile. Prendiamo le distanze da quella bara, siamo certi che di non essere noi gli autori, ma simili accuse gratuite, infondate e vergognosa da una persona di sport non le accettiamo. Abbiamo sbagliato una volta ma questo non deve permettere a nessuno di giocare sul nostro nome”.