"Quello che è successo domenica sul neutro del Tonino Sosto di Corigliano ha dell'incredibile. Dopo ventotto anni di carriera passata sui campi di calcio, non ho mai visto qualcosa del genere". Esordisce così Mario Munno, allenatore dell'Albidona che domenica è stata sconfitta per due reti a zero dalla Cariatese, nella gara di Prima Categoria girone A giocata a porte chiuse sul campo neutro di Corigliano per la squalifica del campo della società Cariatese. "Il risultato finale seppur a nostro sfavore non conta, credo che prima di tutto deve contare lo sport, il calcio giocato, quello vero, fatto di lealtà e correttezza. Domenica abbiamo giocato a calcio soltanto per pochi minuti in tutta la partita, era impossibile farlo. Siamo stati oggetto di minacce anche pesanti prima e durante la partita. Dico che "per fortuna" abbiamo perso, altrimenti non so come sarebbe potuta finire se così non fosse stato".
L'allenatore dell'Albidona rincara e va giù pesante con una denuncia che ha dell'incredibile: "Al nostro arrivo abbiamo trovato all'interno dell'impianto di gioco niente di meno che una bara funebre in bella mostra posizionata in tribuna. Qualcosa che niente ha a che fare con il calcio. Un'intimidazione bella e buona. Per non parlare poi degli spogliatoi destinati a noi squadra ospite, puzzolenti e pieni di escrementi umani. All'inizio del riscaldamento il nostro portiere è stato fatto oggetto di minacce di morte da parte di alcuni tesserati della Cariatese. Io mi chiedo - continua - se nel 2012 atteggiamenti del genere così gravi e così intimidatori possano ancora far parte di una partita di calcio. Sembrava di essere ritornati alla preistoria. Io personalmente sono stato minacciato anche dal portiere Boccia che ha addirittura tracciato un solco della sua area di rigore minacciando i miei attaccanti che qualora l'avessero superato sarebbero stati a suo modo puniti. Tutto ciò dovrebbe far riflettere i vertici della Lega che permettendo ciò fanno passare la voglia di andare in campo la domenica. La cosa ancora più grave è che tutto ciò è successo davanti ad un funzionario della Delegazione di Rossano, Nicoletti, che mi auguro abbia constatato la presenza della bara e delle minacce a noi rivolte. I miei giocatori erano impauriti, durante la partita ho badato più a consolare e incoraggiare loro piuttosto che pensare al lato tecnico e sportivo, come dovrebbe accadere nella norma. A fine partita eravamo sconvolti, senza parole".
Una denuncia da parte di mister Mario Munno che in un momento così delicato della stagione, mette in risalto una situazione del calcio dilettantisco calabrese attuale per certi versi allarmante.