INTERVISTA AL MISTER MARIO DE SANZO
Allenatore U.S. Geppino Netti
 

1.    Quando ed in che modo è iniziata la sua carriera di allenatore?

Ho iniziato per caso. Ho cessato l’attivita’ di calciatore all’eta’ di 27 anni,l’anno dopo del mio matrimonio. Un giorno ho visto un gruppo di ragazzi (una quindicina ) che facevano una partitella tra di loro. Li ho avvicinati ed ho chiesto loro se erano disponibili a far parte di una vera squadra di calcio. La risposta fu affermativa La chiamammo “ OLIMPIA “. Facevo il Presidente  e naturalmente l’Allenatore (in erba) - autodidatta.

 2.    Parliamo della sua esperienza da allenatore. Chi sono stati i tuoi maestri?

Come dicevo, ho cessato l’attivita’ di calciatore che ero molto giovane:.Ho giocato con La Fiamma di Castrovillari (all’epoca seconda categoria oggi paragonabile ad una Promozione) ed il mio primo Maestro è stato  il famoso “ Mastu Peppe “, poi passai al Morano ( seconda e prima categoria-oggi eccellenza) e si susseguirono i maestri Bonanno Pasquale, Iazzolino Mario e  Gianni Catalano. Ho appreso da loro i fondamentali  ed ho lavorato sui loro primi insegnamenti, ma poi come detto sono diventato un autodidatta e quello che ho appreso è stato tutto frutto dei miei studi e dei miei sacrifici mettendoci  tanto impegno. Sono stato ripagato perché ho avuto il privilegio di allenare per 39 anni confermandomi l’allenatore di Castrovillari che ha allenato di piu’ nel circondario  (anche se a livello di squadre giovanili e di squadre militanti solo in terza  e seconda categoria). Mi piace ricordare le squadre da me allenate: Olimpia, Castrovillari squadre giovanili, Francavilla, Civita, Saracena,Morano, Cerchiara, Cassano, San Basile - di nuovo Castrovillari, Frascineto, con ripetuti ritorni, e per un anno ho allenato anche la squadra femminile del Castrovillari ( Serie C ) – Anno 1981/1982.

 3.     Quale è il ricordo più bello di tutta la sua carriera di allenatore? E quello più brutto?

Il ricordo piu’ bello sicuramente i successi avuti con l’Olimpia ed il Castrovillari  perché con entrambe le squadre ho vinto il campionato con tutte vittorie, comprese gli spareggi e le finali provinciali. Record assoluto, che puo’ essere solo eguagliato ma mai superato. Ricordi belli anche le vittorie del campionato con il Castrovillari(terza categoria), con il Morano, con il Frascineto ( entrambi campionati imbattuti), con il Cassano squadra Allievi.
 

Il ricordo piu’ brutto? Allenavo il Saracena (seconda categoria), primo in classifica fino a cinque giornate dalla fine del campionato, poi, per strane vicende, fummo superati dalla Rossanese.

 4.     Quale è il giocatore più forte e completo che ha allenato in tutta la sua carriera?

Ce ne sono stati tanti, ma mi piace ricordare un certo Franz Grisolia (Olimpia) che per me era un fenomeno, ma per motivi familiari, ha smesso di giocare all’eta’ di 17 anni. Potrei ricordare con affetto però altri giocatori del recente passato, per esempio i miei figli Emiliano,Marco e Fabio ( arrivato a giocare in serie B),un certo Palazzo del Francavilla,Tripodi ala ( c’’era pure il fratello  stopper)che giocava nel Morano ed infine Carlomagno del Cerchiara e non trascurerei Prantel e Riccio del Frascineto passato e del Frascineto recente.

5.    Dovendo tornare indietro nella sua carriera di allenatore, cosa non rifarebbe?

Farei  esattamente tutto quello che ho fatto. Avrei evitato pero’ di aver rifiutato di fare il corso allenatore., perché ritenevo che per motivi di lavoro non avrei mai potuto allenare squadre superiori alla prima categoria. All’epoca per allenare in seconda categoria non era obbligatorio il patentino. Poi, per ragioni di eta’ non è stato piu’ possibile prenderlo.

6.    Un passato da giocatore e da allenatore nella Polisportiva Morano. Che effetto ha avuto ritornare a Morano Calabro ad allenare?

Intanto una forte emozione  perché sono ritornati alla mente gli anni piu’ belli della mia vita, il ricordo del grande Presidente Dott. SARNO , la vittoria del campionato sia come giocatore che come allenatore. Ho riscontrati in me sentimenti di orgoglio, sentimenti di affetto, ma anche sentimenti di rimettermi alla prova all’eta’ di 65 anni  con una squadra che negli ultimi anni ha fatto sempre bene e quindi l’ambizione ( anche se con un pizzico di presunzione) di fare meglio.

7.    Da Frascineto a Morano, due ambienti che in molti considerano simili. Professionalmente cosa vi aspettate?

A Frascineto ho passato dei periodi stupendi  dove ho vinto il campionato ed allenato negli ultimi cinque anni nella pieno rapporto di grande amicizia e rispetto sia con i dirigenti che con i giocatori e ambiente,riscontratosi ideale per un lavoro da allenatore proficuo e sereno.
Mi aspetto, e ne sono sicuro, di vivere  a Morano lo stesso rapporto basato su grandi valori, quali appunto l’amicizia, il rispetto,la fiducia,la collaborazione e lo spirito di gruppo che animava Frascineto.Le premesse sono ottime, io sono veramente contento di questo nuovo mio contesto nella vita di sportivo e di uomo dai principi sani .
Cosa mi aspetto professionalmente? Lo dicevo prima : migliorare la classifica del Morano Geppino Netti, fare risultati attraverso il gioco,  dare alla compagine un senso di squadra , di professionalita’, di responsabilita’, di partecipazione attiva ( compresa la presenza dei giocatori negli allenamenti) e poi  soddisfare la mia grande ambizione che è quella della valorizzazione dei giovani che vi militano.

8.   Per il tipo di lavoro tattico da svolgere settimanalmente da cosa prende spunto?

Intanto mi affascina l’idea di far praticare alla squadra un gioco che ha principi basati sulla coralita’ delle azioni, sulla velocita’ di esecuzione,sui cambi di gioco,  sulla dinamicita’ sulla corsa , sul rispetto degli equilibri e sulla capacita’ di cambiare  e interpretare nel corso  della partita, a seconda delle circostanze e del risultato, più moduli di gioco.

      9.   Quale percentuale di lavoro tattico durante le singole sedute e/o settimanalmente?

 Durante una seduta di allenamento dove tutti i giocatori o quasi sono presenti  svolgo    anzitutto un allenamento finalizzato a migliorare la condizione fisica (resistenza, velocita’ e tanti esercizi di tecnica ) e poi , sicuramente con una percentuale inferiore , al lavoro tattico propedeutico  alla partita della domenica successiva, che trova esecuzione nel modulo scelto e nell’arco della usuale partitella.

 

 Durante una seduta di allenamento dove tutti i giocatori o quasi sono presenti  svolgo    anzitutto un allenamento finalizzato a migliorare la condizione fisica (resistenza, velocita’ e tanti esercizi di tecnica ) e poi , sicuramente con una percentuale inferiore , al lavoro tattico propedeutico  alla partita della domenica successiva, che trova esecuzione nel modulo scelto e nell’arco della usuale partitella.

 10.     Qual’ è il segreto per motivare i tuoi ragazzi prima della partita?

Intanto manifestare tranquillita’ , poi  trasmettere sicurezza , dare ai giocatori  quel senso di bravura che c’è in loro, renderli partecipi delle scelte tecniche  e richiamarli  a concentrarsi solo sulla partita, ad essere determinati con spirito di gruppo, a non arrendersi mai  fino all’ultimo secondo della partita e poi ................. il tutto in nome di Geppino.

11.     Mister De Sanzo, a cosa può puntare il gruppo di giocatori che allena quest’anno?

Intanto tengo a precisare che la presunzione non è una mia caratteristica. A me piace lavorare per raggiungere i grandi  risultati, nessuno ci regala niente, e non mi sento di fare promesse a priori. Pero’ sono convinto che se i ragazzi mi seguono, acquisiscono il senso della responsabilita’ ed assicurano la presenza negli allenamenti , posso raggiungere quel miglioramento di classifica rispetto agli anni scorsi di cui parlavo prima. E migliorare significa solo una cosa : raggiungere la promozione, anche attraverso i play off. Ma ripeto che la conditio sine qua non è la presenza negli allenamenti, il senso di gruppo, la disponibilita’ a remare tutti dalla stessa parte, la disponibilita’ ( anche dolorosa) di rispettare le mie scelte domenicali, saper aspettare il proprio turno, saper essere professionali, il che non significa essere professionisti, ma dilettanti seri, Una cosa posso affermare e dare certezza ,nel nome della mia onorabilita’ : ho bisogno di tutti e tutti saranno presi in considerazione e poi mi va di dire che la qualita’ è tanta e sulla carta l’organico è competitivo. Forse va integrato qualche elemento nel reparto difensivo, perché in fase di infortuni o squalifiche devo davvero fare dei “ miracoli “.
 

12.    Cosa serve ad una squadra per essere vincente e quanta importanza ha l’allenatore per conseguire buoni risultati?

Ho gia’ risposto con la domanda precedente per quanto riguarda cosa serve ad una squadra per essere vincente, aggiungo solo una cosa: bisogna essere umile ed avere fame di vittorie.Per la seconda parte della domanda  ritengo che un allenatore incide su una squadra vincente per non più del 30%, , 35 %; il resto è tutto a carico dei giocatori  e della societa’.

13    Mister alcune considerazioni finali sul suo lavoro?

Il mio lavoro è basato soprattutto a creare  condizioni di partecipazione a tutte le componenti della squadra( giocatori, dirigenti, magazziniere) e poi preparare la squadra fisicamente, portarla ad una condizione atletica accettabile, darle un senso di squadra che gioca per il collettivo e per la vittoria. Fino adesso mi ritengo soddisfatto del mio lavoro e di come è stato recepito dai ragazzi, ma sono consapevole che si puo’ ancora fare di piu’ e meglio, complice però sempre la presenza di tutti  negli allenamenti.
Io voglio lasciare traccia del mio lavoro e su questo pensiero è basato il mio comportamento.


           Grazie per avermi dato spazio.
                   Mario DE SANZO