riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa
Brigata Bizantina
- DIRETTIVO -
Un’esperienza da racconti malavitosi: trattati come criminali. SENZA MOTIVO. Questo è il ricordo che ci resta dell’ultima trasferta di Milazzo, una delle migliaia di trasferte che negli anni di storia ultras rossoblu ci siamo sobbarcati. Elicotteri, volanti, camionette antisommossa, motociclette, polizia in ogni dove, tutto questo per un drappello colorito di ultras rossoblu (padri e madri di famiglia, studenti e gente comune). Perché? All’inizio pensavamo che lo Stato ci avesse riservato un trattamento “speciale”, di massima custodia, dopo i fatti di cronaca accaduti nella notte precedente al pullman della Rossanese. Invece no, siamo stati trattati da bestie. Forse anche peggio, perché alle bestie non si nega l’acqua. Ecco la cronistoria, breve, di quanto successo sabato 27 marzo. Partiamo da Rossano, colorati e desiderosi di incitare e sostenere la nostra squadra al “Grotta Polifemo”, impegnata in una sfida d’alta classifica. Giunti a Messina, dopo lo sbarco, un folto drappello della Polizia ci scorta alla volta di Milazzo. Giunti nei pressi della cittadina veniamo bloccati dalla P.S. in un vicolo cieco. Fatti scendere dal pullman acquistiamo il biglietto della gara (45 tagliandi a 7 euro cadauno), e partono le perquisizioni a tutto spiano sia personali che nello stesso pullman, nel mentre un elicottero ci sorvegliava dall’alto. Nulla di anomalo; ma prima di ripartire per lo stadio ci vengono sottratte tutte le bevande e addirittura anche i panini. Finalmente in curva, quasi al 40’ del primo tempo, iniziamo a tifare come sempre la nostra squadra. A dieci minuti dalla fine la Polizia di Milazzo ci intima di abbandonare lo stadio. Eseguiamo mestamente gli ordini, pur avendo pagato un biglietto per poi assistere a soli 35’ di gara. E partiamo alla volta di Messina con una scorta composta da ben sei autovetture di Ps. Giunti in prossimità dei traghetti decidiamo di fermarci per rifocillarci e soprattutto comprare un po’ d’acqua (la nostra ci era stata sequestrata) e qualche cannolo siciliano da portare a casa. Non l’avessimo mai fatto! Circondati dalla Polizia, la stessa ci intimava nuovamente di prendere “celermente e senza sosta” la via dell’imbarco. In sintesi Siamo ritornati nella nostra Calabria come dei criminali: senza acqua, senza cannoli, senza aver potuto seguire per intero la sfida della nostra Rossanese. Ci chiediamo: perché tutto questo? Siamo profondamente mortificati, perché dalla sua nascita, la Brigata Bizantina, non ha mai causato problemi di nessun genere. Perché tanto astio nei nostri riguardi? “Rispetto merita rispetto” è il nostro motto, ma giunti a questo punto abbiamo deciso di auto-diffidarci, e da oggi in poi non organizzeremo più alcuna trasferta. Perché il calcio, in questo modo, non può andare avanti.
Il direttivo della Brigata Bizantina