In una lettera indirizzata al Presidente della Lnd del Comitato Regionale Calabria, il Sindaco del Comune di Motta San Giovanni, Paolo Laganà, esprime il proprio disappunto per gli ultimi incresciosi episodi accaduti sui campi dilettantistici.
Ecco la nota integrale:
” Egregio Presidente, l’altra sera, dopo un’accesa ed intensa discussione tra i dirigenti della locale squadra di calcio, CS Lazzaro, il Presidente Ing. Mauro, rassegnando le proprie dimissioni, ha simbolicamente consegnato la squadra nelle mie mani.
Le ragioni di tale gesto sono da imputare a quanto accaduto nelle ultime settimane ai giocatori e ai dirigenti del centro Sportivo Lazzaro, squadra del mio Comune militante nel girone B del campionato di Promozione.
I gravi fatti di Montepaone, 7 febbraio 2010, e particolarmente quelli accaduti nell’incontro con il Marina di Gioiosa Jonica, 14 febbraio 2010, sono l’ennesimo sintomo del profondo malessere in cui versa il calcio dilettantistico calabrese.
Con riferimento alla partita di Marina di Gioiosa Jonica, è accaduto che dopo il fischio dell’arbitro che sanciva il termine del primo tempo, mentre i giocatori della nostra squadra entravano nello spogliatoio, venivano aggrediti e malmenati.
A seguito di detti fatti vari giocatori del Lazzaro presentavano vistose lesioni con fuoriuscita di sangue mentre per il calciatore Demetrio Neri si è reso necessario il trasporto presso l’Ospedale di Locri.
Due Episodi di gravità inaudita rispetto ai quali noi tutti abbiamo il dovere di intervenire sollecitando, in primo luogo ma non solo, gli organi di giustizia sportiva ad una seria ed autorevole presa di posizione nei confronti di quanti, giocatori e dirigenti, si sono resi responsabili degli atti di aggressione perpetrata nei confronti della squadra di calcio CS Lazzaro.
Non le chiedo soltanto l’adozione delle tradizionali misure sospensive o di squalifica dei giocatori e dei dirigenti coinvolti, Le chiedo di andare oltre il semplice comunicato di disappunto, per affrontare seriamente gli aspetti morali e sociali dell’attuale stato del calcio dilettantistico calabrese.
Una partita di calcio non può essere occasione di vendetta o di regolamento di conti, occorre invece ribadire con forza che gli “spiacevoli episodi”, come Lei li chiama, non appartengono alla cultura dello sport e della legalità.
No, signor Presidente!
L’istituzione calcio non può sorvolare, deve essere, invece, baluardo di libertà per i suoi giovani ancora prima che per i suoi calciatori.
I nostri ragazzi, così come quelli del Nord del Paese, hanno il diritto di entrare con gioia e non con terrore dentro un campo di gioco. Le chiedo pertanto di fare suo l’appello dei miei e dei tanti giovani calabresi, facendo sentire alta la voce dello sport autentico e pulito.
Sicuro di un positivo riscontro, La saluto cordialmente.”
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