Le decisioni del Giudice sportivo sulla partita Hinterreggio Rosarno riconducono nell’alveo della verità i fatti avvenuti nell’intervallo e dopo la conclusione della gara al campo sportivo di Bocale. Da quanto si legge nelle motivazioni dei provvedimenti assunti, emerge chiaramente che se ci sono state intrusioni all’interno della zona spogliatoio queste non sono da addebitarsi alla tifoseria ospite, mentre l’inibizione a svolgere attività per una gara nei confronti del presidente Varrà è motivata dalle proteste da questo espresse nei confronti dell’arbitro ed al suo allontanamento dalla panchina. Certamente non gioiamo per questo, in quanto avremmo preferito che a fronte di una gara svoltasi nei termini della dovuta regolarità, corrispondesse un epilogo altrettanto regolare. Purtroppo così non è stato e ce ne duole, anche perché chi era venuto al campo, uomini, donne e bambini, per assistere ad una partita e trascorrere due ore di spensieratezza, ha dovuto assistere a scene non certo edificanti, e questo non fa certo bene allo sport che dovrebbe essere sì agonismo ma non guerriglia esasperata. Se l’arbitro ha sbagliato in qualcosa, e non certo a senso unico così come si è detto, si sarebbero dovute perseguire quelle strade che i regolamenti federali prevedono, e il rapporto del supervisore, presente in tribuna, sarebbe stata in questa direzione certamente garante. Quel che bisogna augurarsi è che tali episodi non debbano ancora succedere, in quanto oltre che svilire il senso stesso della pratica dello sport, allontanano quegli spettatori che scelgono di trascorrere sugli spalti un pomeriggio di sano divertimento, mentre scene come quelle alle quali talvolta si è costretti ad assistere non sono certo educative per i nostri figli che abbiamo portato al campo con finalità del tutto diverse.

Gianfranco Sofia