Edoardo Ciancio: «Caravaggio è una realtà speciale, il mio idolo è in famiglia: Lele Oriali»
Edoardo Ciancio: «Caravaggio è una realtà speciale, il mio idolo è in famiglia: Lele Oriali»

Edoardo Ciancio, portiere classe ’03, nell’ultima stagione ha militato nel Caravaggio in Serie D. Ciancio, assistito dal suo agente Lorenzo De Meo, ha iniziato la sua carriera nelle giovanili del Monza per poi passare al Lecco e Castellanzese. Si è raccontato a noi in quest’intervista:

“Edoardo Ciancio, portiere classe 2003 in forza al Caravaggio in Serie D girone B. Hai iniziato con le giovanili del Monza poi Lecco e Castellanzese, raccontaci un po' di te. Io arrivo da Desio, una città, neanche troppo piccola, famosa per essere la casa della pallacanestro Cantù, che infatti è il mio primo amore nello sport, cresco giocando a basket nella sua academy fino agli 11 anni quando, quasi per caso, inizio a giocare come portiere. Sono entrato quasi subito in un settore giovanile professionistico come quello del Como dove cresco per due anni prima di approdare a Monza, che reputo ancora oggi casa, faccio tutta la trafila fino alla primavera per poi prendere la decisione, da sotto età, di spostarmi in una prima squadra ovvero a Lecco, dove maturo come persona e calciatore.”

“Come reputi la tua stagione dal punto di vista personale? A differenza di quanto si possa pensare dal minutaggio e dalle presenze sono davvero molto soddisfatto della mia stagione, mi sono sempre allenato a mille e quando c’è stata l’occasione mi sono fatto trovare pronto. La reputo positiva anche perché arrivavo da una stagione davvero complicata, svincolato fino a gennaio e poi trasferitomi in una squadra dove non mi sono sentito pienamente parte del progetto, quest’anno invece sia grazie ai più “vecchi” che allo staff mi sono integrato fin da subito e anche l’infortunio che mi ha bloccato a metà stagione non ha condizionato il mio atteggiamento positivo che avevo trovato qui a Caravaggio.”

“Che ricordi e aneddoti ti porti dietro della tua infanzia calcistica? Avendo iniziato a giocare a calcio relativamente tardi non ho tantissimo aneddoti ma una cosa che porto dentro e che mi rende orgoglioso è stato arrivare al Monza quando era una piccola società di Serie D e uscirne dal suo settore giovanile come squadra di Serie A, insomma sento che siamo cresciuti insieme. Poi, ovviamente, un ricordo più recente ma indelebile è stata la prima convocazione in Serie C a Lecco contro la Pro Vercelli, nonostante la sconfitta per 1-0 all’ultimo minuto”

“Come ti sei trovato con il Caravaggio e com'è il tuo rapporto con i compagni e con lo staff? Caravaggio è speciale, sono riuscito in una stagione sola a trovare rapporti sinceri, che in questo mondo è molto complicato, sia con i miei colleghi, che con lo staff fino ai magazzinieri e i vertici della società. In particolare sono molto legato al gruppo portieri che abbiamo creato, a partire dal preparatore Mr. Marmora che è sempre stata una figura di riferimento sia tecnica che umana, dentro e fuori dal campo così come Pennesi che mi ha aiutato tantissimo a crescere grazie alla sua esperienza e professionalità. È stato inoltre stupendo trovare persone a cui ora sono legato anche fuori dal campo come Bertoni, Max Defelice, Doria e Lacchini.”

“Dall'inizio della tua giovane carriera chi ti ha aiutato di più? Senza ombra di dubbio Mr. Zotti è stata una figura fondamentale per la mia crescita, è stato il primo preparatore che ho avuto nel “calcio dei grandi” a Lecco, grazie ai suoi consigli e alla pazienza che ha avuto con me mi ha fatto fare il click che, come mi dice sempre lui, ti fa svoltare e diventare un giocatore migliore. Il suo impegno nei miei confronti è stato qualcosa di inaspettato e davvero piacevole, ha sacrificato del tempo alla squadra e agli altri portieri per starmi dietro e farmi crescere e per questo gli sarò sempre grato.”

“Hai sempre giocato come portiere anche da piccolo e come mai hai scelto questo ruolo? Quali sono, a tuo parere, le tue qualità migliori? No, sono sempre stato un portiere anche se tutto è iniziato un po’ per caso: ero al lago con i miei amici e mentre ero in porta per giocare a “tedesca” un genitore e dirigente della squadra del paese mi chiese se volessi fare una prova come portiere da loro, in un solo anno sono cresciuto talmente tanto che ho attirato l’attenzione del Como che prima mi fece fare un provino e poi mi mise sotto contratto fino, purtroppo, all’anno del fallimento quindi volendo non ho avuto nemmeno il tempo di decidere se volessi davvero fare il portiere o altro! Mi reputo molto attento ai dettagli, quelle piccole cose che non si vedono se non con occhi esperti, come il posizionamento, mi sono allenato molto per sopperire ai miei limiti e ridurre gli errori al minimo, ecco se devo trovare un mio pregio è la costanza, che reputo fondamentale e inoltre mi sento forte nell’impostazione coi piedi, infatti sogno che il ruolo del portiere si possa evolvere a tal punto di diventare il nuovo play e centro del pallino del gioco.”

“Stai già pensando alla prossima stagione? Che obiettivi ti stai ponendo? Ovviamente sono più concentrato che mai per la prossima stagione che ormai è alle porte, ho sacrificato parte delle mie vacanze per recuperare al meglio da alcuni acciacchi ed ora mi sento davvero al top, l’unico obiettivo che mi pongo a livello personale è di crescere e imparare sempre di più e magari attirare l’attenzione dai professionisti mentre a livello di squadra vogliamo sorprendere ancora di più rispetto a quanto fatto la passata stagione.”

“Qual è il tuo idolo? Sogno nel cassetto? Il mio idolo ce l’ho in famiglia, non l’ho mai esposto pubblicamente per riservatezza, e si chiama Lele Oriali, fratello di mia nonna. Non dimenticherò mai le giornate passate a vedere la finale dell’82 con la nonna che diceva di voler vedere pure me sulla tv un giorno. Insomma non posso che essere ispirato e innamorato di quello che ha fatto per la mia famiglia e soprattutto per quello che ha fatto e tutt’ora fa al calcio italiano. Una cosa che non reputo sogno ma obiettivo è sicuramente esordire nel calcio professionistico, al quale ci sono andato davvero vicino magari proprio nello stesso Lecco a cui ancora oggi sono molto affezionato. Un sogno leggermente più irreale sarebbe giocare per la Roma, squadra che tifo e dove trovo ad oggi il mio punto di riferimento, Svilar, (oltre che per la somiglianza estetica a detta di molti) perché è un portiere che ha sempre dato il massimo e si è fatto trovare pronto quando è arrivato il suo momento, non una cosa scontata!”