Il focus di oggi è incentrato su mister Osvaldo Ferullo, reduce dall’esperienza in panchina con il Santa Maria Cilento. Mister Ferullo, assistito dalla SV Sport Management, ci ha raccontato il retroscena relativo al suo esonero dal Santa Maria e ha messo in evidenza la sua voglia e determinazione nel trovare un progetto che possa esaltare le sue idee di calcio. Si è raccontato a noi in quest’intervista:
“Mister Osvaldo Ferullo, classe '76 è stato un difensore che nel corso della carriera ha giocato in Serie D e anche C2 con le maglie di Battipagliese e Palmese. Da calciatore che ricordi ha e porta con sé? Ricordi molto positivi. Calcisticamente ho vinto diversi campionati e raggiunto il calcio professionistico, umanamente ho conosciuto tanti giocatori con cui sono rimasto amico ed ancora oggi condivido esperienze.”
“Ha vissuto l'ultima esperienza da allenatore alla Polisportiva Santa Maria Cilento, prima dell'esonero nonostante la squadra fosse fuori dai play out. Cosa non ha funzionato in quell'esperienza? La fiducia nel nostro lavoro è importante. La dirigenza alla prima difficoltà ha cercato in me il capro espiatorio avendo però costruito una squadra inadatta al girone. Nonostante questo i numeri erano con me. Ho visto malafede in quella scelta.”
“Quali sono le differenze che avverte soprattutto in categorie come Eccellenza e Serie D, dove ha giocato ed allenato, rispetto agli anni da calciatore? In Serie D ci si avvicina al professionismo, anche le squadre che non puntano alla vittoria finale sono organizzate e difficili da incontrare, questo in eccellenza non accade. La differenza tra i due ruoli è che il giocatore condivide equamente le responsabilità con gli altri, l'allenatore è responsabile in toto: dei giocatori, della scelta degli stessi, della strategia di gara, dei cambi. Ed è sempre solo a dover decidere.”
“Qual è il suo modo di fare calcio? Cosa vuole infondere ai suoi ragazzi in allenamento come in partita? Il mio è un calcio offensivo e propositivo, cercando di dominare la partita e quindi di non aspettare e subire l'avversario. Costruzione dal basso e verticalizzazioni i due pilastri fondamentali.”
“Quanto è importante far crescere i ragazzi più giovani, gli "under", soprattutto nelle categorie dilettantistiche a suo parere? Col Santa Maria eravamo primi nella valorizzazione dei giovani fino a che c'ero io, cosa che testimonia lo stimolo che mi dà allenare i giovani, non disegnando di avere in gruppo giocatori importanti per fare da buon esempio e da stimolo per gli Under.”
“Ci sono anticipazioni in merito alla nuova stagione, cosa si aspetta? Ho avuto contatti sia da società di D che da qualcuna di Eccellenza, ma con nessuno è scattata la scintilla, non avendo avuto la sensazione di poter fare calcio che è la mia priorità.”
(Fonte foto: Sergio Porcelli)