Dopo otto anni Presidenza passaggio di consengne alla presidenza del CRA Calabria tra il Presidente Franco Longo ed il successore Francesco Filomia. Abbiamo voluto raccogliere le impressioni di Longo dopo questa lunga esperienza.
Presidente dopo 8 anni termina la sua esperienza al vertice del CRA Calabria a livello personale che periodo è stato?
«Il piano personale ed il piano lavorativo in questo mandato, inevitabilmente si sono fusi. Essere circondati da giovani appassionati, con sogni, ambizioni e tanta voglia di fare, a livello personale mi ha portato indietro di un po’ di anni, quando al posto loro c'ero io. Questo mi ha aiutato tantissimo a capire quali fossero le esigenze e a definire gli obiettivi dei miei 8 anni di mandato, superando anche periodi particolarmente difficili, come quelli dell'emergenza sanitaria, ridefinendo l'attività per mantenere alte quelle speranze che tutti gli associati nutrivano».
Sotto il profilo istituzionale quali sono i cambiamenti maggiori che rivendica?
«I cambiamenti maggiori che rivendichiamo come regione, sono davvero tantissimi. A partire dal doppio tesseramento, progetto nato in questa regione, che è stato molto apprezzato tanto da essere stato istituzionalizzato a livello nazionale dalla FIGC. Altro aspetto è stato l'apertura e la successiva sinergia con le componenti federali, dove siamo riusciti a ridimensionare in modo significativo le violenze sui terreni di gioco. L'impegno con le scuole attraverso l'organizzazione dei raduni di arbitri in sinergia con le facoltà universitarie della regione, con l'obiettivo comune di diffondere la cultura dello sport. Da ultimo, sicuramente, è da menzionare l'importante impegno di condivisione, anche attraverso i mass media, del lavoro svolto, perseguendo la costante trasparenza del nostro operato a tutti i livelli e l'attività di avvicinamento dei giovani alla nostra Associazione».
C'è qualcosa invece che "ha lasciato a metà"
«Non credo ci sia qualcosa lasciato a metà, perché gli obiettivi perseguiti non sono di un mandato ma del comitato e dell'associazione e, pertanto, parlerei di progetti di lungo periodo. Tuttavia, rimane in evoluzione di migliorare la comunicazione sia in campo che al di fuori del campo tra le varie componenti dirigenti, calciatori e allenatori, certamente ci vuole un maggiore impegno comune delle parti ad affrontare l'argomento»
In un momento di crisi del calcio italiano, gli arbitri continuano a farsi valere, forse è il caso di coinvolgere maggiormente il vostro mondo nei processi di cambiamento che questo sport necessita in Italia?
«La nostra partecipazione è basilare come tutte le componenti, il nostro contributo qualificato diventa necessario in un calcio sempre in evoluzione».
Cosa si sente di dire ai suoi ragazzi ed al suo successore?
«Di custodire e difendere strenuamente i valori quali la dignità del proprio ruolo, che è stato conquistato sul campo attraverso azioni e attenzioni quotidiane, la consapevolezza, la perseveranza e la cultura della meritocrazia».
Cosa farà " da grande" Franco Longo?
«L'attività che ho svolto tutti questi anni per l'AIA è una passione e come tale proseguirà. Oggi torno nella mia sezione con la stessa voglia che ha contraddistinto questi anni di mandato, aiutare i giovanissimi arbitri, stavolta come tutor. Vedremo se il futuro mi riserverà altre sfide all'interno dell'associazione, che sono pronto a cogliere con lo stesso spirito di 48 anni fa».