Abbiamo intervistato, in esclusiva, Gianmarco Busti difensore classe 1997 in forza all'Anzio nel girone G di Serie D. Gianmarco si è reso protagonista in questa stagione portando la sua squadra al raggiungimento della salvezza. Tra vittorie e sconfitte, sia personali che calcistiche, Busti ci ha raccontato gran parte della sua vita fra aneddoti e obiettivi che con coraggio e determinazione vuole realizzare; con il supporto dei suoi procuratori Tommaso Dei e Stefano Somma. Ecco le sue parole:
“Gianmarco Busti, difensore classe '97 attualmente in forza all'Anzio in Serie D. Raccontaci un po' di te e di tutte le esperienze calcistiche che hai vissuto. Ho iniziato la mia carriera tra le giovanili del Pomezia e della Lazio. Poi passo al Latina e gioco con i giovanissimi nazionali prima di trasferirmi alla Romulia dove sono stato allenato da mister Fabio Franchini che ringrazio perché mi ha dato tanto. Poi mi ha preso la Ternana ma avevo avuto anche la possibilità di andare a Catania. La Ternana è stata la scelta peggiore che potessi fare, difatti dopo sei mesi sono andato via e sono tornato a Pomezia dove ho giocato in Eccellenza all’età di 15 anni. Dopo l’esperienza in Eccellenza mi compra l’Ascoli e vivo con loro tre stagioni. Purtroppo a causa di due infortuni gravi allo stesso ginocchio sono stato costretto ad allontanarmi dal calcio giocato per due anni, entrando nel tunnel della depressione. La mia rinascita è stata Anzio, dopo del Covid ho esordito con questa squadra ma alla prima partita uno strappo muscolare ha compromesso il resto della stagione. L’anno dopo però ho iniziato a giocare con più continuità e con l’Anzio abbiamo vinto il campionato di Eccellenza la scorsa stagione; in quest’ultima invece ci siamo salvati al playout rimanendo in Serie D.”
“Come hai vissuto e come reputi la stagione appena terminata con l'Anzio? La stagione è stata molto pesante sia a livello mentale che fisico. Probabilmente ho gioito più per la salvezza di quest’anno che per la vittoria dello scorso campionato. È stato un anno complicatissimo, senza campo di allenamento, senza tifosi a supportarci, confrontandoci tra le altre cose con una categoria tosta. Abbiamo disputato un ottimo campionato, al massimo delle nostre possibilità, facendo un’autentica impresa.”
“Com'è il tuo rapporto con la società, i compagni e i tifosi? Sono di Anzio e l’impresa fatta quest’anno vale doppio per me, è un orgoglio personale oltre che un onore. A causa dell’inagibilità degli impianti sportivi i nostri tifosi non ci hanno potuti seguire, solo ai playout abbiamo ricevuto un grande sostegno dai supporters. Questo ci è servito per portare a casa la salvezza battendo 4-0 il Gladiator, una compagine forte e ben organizzata. Questo è sinonimo di quanto il tifo della tua gente sia fondamentale per ottenere i risultati sperati.”
“Dove hai vissuto il ricordo più bello fino a questo momento? A livello personale e di crescita calcistica i più bei ricordi li ho ad Ascoli. Non posso però nascondere che questi anni vissuti con l’Anzio sono stati stupendi. Il gruppo non è formato da compagni ma da fratelli e questo ha contribuito a realizzare e portare a termine obiettivi importanti. Non ho mai pensato che a livello calcistico potessi legarmi così tanto ad un gruppo squadra.”
“In carriera non hai ricoperto solamente la posizione di centrale in difesa ma anche il ruolo di mediano. Dove preferisci giocare? Quali sono le tue migliori qualità? Da ragazzo ho sempre giocato centrocampista, poi il mio grande maestro di vita mister Mascio mi ha arretrato di ruolo. Mi disse che giocatori come me non ci sono né in Italia né in Europa. Sono un difensore con l’eleganza di un centrocampista e con uno spiccato senso offensivo. Purtroppo oggi, nel calcio moderno, i difensori non hanno più la qualità per saper impostare. Si tratta di una caratteristica che sento fortemente di possedere. Purtroppo nella mia carriera sono stato meno fortunato e credo che questa componente sia fondamentale. Oggi a 27 anni sono felicissimo di poter esser tornato a giocare le mie carte, voglio riprendermi tutto quello che mi è stato tolto è questo il mio obiettivo. Le mie qualità sono: tecnica, potenza fisica, elevazione e forte nei contrasti. Diciamo che posso definirmi un difensore centrale atipico perché chi mi guarda non pensa che possa fare il centrale ma al contrario giocare in posizioni più avanzate.”
“Stai già iniziando a pensare alla prossima stagione? Ci saranno cambiamenti? Il calcio è un motore sempre in movimento. Già dalla fine del campionato molte squadre hanno iniziato ad interessarsi a me in modo concreto e sono molto contento di ciò. Ci sono piazze importanti che mi seguono e questo mi rende orgoglioso perché significa che sia io che il team che mi segue abbiamo lavorato bene. Ci saranno cambiamenti… ma non mi posso sbilanciare. Ci tengo a ringraziare infinitamente i miei procuratori Tommaso Dei e Stefano Somma perché è ormai due anni che mi stanno vicino in qualsiasi momento. Mi hanno dato sempre molta fiducia in qualsiasi scelta io volessi fare, lasciandomi sempre tanta libertà di decisione.”
“Qual è il tuo sogno e chi è il tuo idolo? Il mio sogno è riprendermi quello che mi hanno tolto da ragazzo, questo è lo stimolo che mi ha aiutato a lottare sempre nonostante le difficoltà che ho vissuto e che solo io conosco. Dopo l’infortunio mi sono sentito abbandonato a me stesso, quel momento è stato il più difficile della mia vita. Voglio tornare e lo farò più cattivo di prima perché se non ho mollato prima significa che ho ancora tanto da dare. Il mio idolo è Nesta da tifoso della Lazio. Per me era il miglior difensore al mondo: elegante, grintoso, intelligente. Un altro grande mio idolo è Zidane, centrocampista unico. Difatti quando posso scegliere il numero di maglia la mia opzione ricade sempre sul 5.”
(Fonte foto: PH Cannata)