Abbiamo intervistato Samuele Lo Coco, attaccante dell’Acireale nato il 7 marzo 2004. Dopo un inizio di stagione travagliato Samuele è riuscito a trovare stabilità in Sicilia raggiungendo con la sua squadra l’obiettivo dei playoff. Si è raccontato a noi:
“Samuele Lo Coco, attaccante classe 2004 dell’Acireale. Inizi con le giovanili del Palermo, poi doppio trasferimento terminati presto, prima con Villa Valle poi con il Lamezia Terme (società ritiratasi). In seguito approdo all’Acireale in Serie D. Raccontaci un po’ di te e del tuo inizio. Diciamo che questa stagione all’inizio è stata un po’ in salita: avevo iniziato con il Villa Valle, ma è stato un percorso durato giusto un mese, e poi sono arrivato a Lamezia. Credevo di aver trovato stabilità, invece anche lì è finita presto: poco dopo il mio arrivo la società decide di ritirarsi dal campionato. Dopo un paio di chiamate, insieme al mio procuratore abbiamo deciso di venire ad Acireale. Avevo bisogno di stabilità e cominciare a giocare, dovevo ambientarmi subito per mettermi in condizione fisiche, e soprattutto mentali, ottimale, e ricominciare a giocare. Alla fine ho fatto la scelta migliore.”
“Alla prima stagione in Serie D hai collezionato oltre 20 presenze con l’Acireale e un goal decisivo per la vittoria contro il Canicattì. Come giudichi la tua stagione e quella della squadra? Ero convinto di poter fare una buona stagione ed è quello che ho fatto. A livello di numeri non sono tanto soddisfatto, perché ho fatto solo un gol e tre assist, e potrei aver fatto sicuramente di più. Però quest’anno sono stato utilizzato in molti ruoli: come mezz’ala, terzino ect… ruoli che non mi appartengono, ma che comunque ho fatto discretamente. Mezzala e terzino, ad esempio, sono ruoli che un po’ ti allontanato dalla porta, e li sento distanti da me. Come collettivo abbiamo fatto un buon campionato: l’obiettivo era la salvezza e l’abbiamo raggiunta tranquillamente arrivando anche ai playoff.”
“Dal tuo arrivo in Sicilia, chi ti ha aiutato di più? Com’è il rapporto con i compagni, lo staff e la piazza? Qui in Sicilia non ho avuto bisogno di tanto aiuto perché, come già detto, mi sono ambientato subito. Ho trovato ragazzi eccezionali, che mi hanno accolto benissimo in squadra. Ci sono ragazzi di Palermo con cui ho legato subito: uno su tutti Giuseppe Montaperto. Ma anche tanti altri ragazzi, come il compagno di stanza Vincenzo Galletta. Con lo staff mi sono trovato subito bene: il mister già lo conoscevo, il prof, il mister in seconda, il team manager sono tutte persone fantastiche. La società non mi ha fatto mancare nulla dal mio arrivo. Con la piazza non ho chissà quale rapporto, ancora sono giovane… Però è bello vedere tutte queste persone ogni domenica allo stadio. Sono stati sempre presenti nelle vittorie, ma soprattutto dopo le sconfitte.”
“Sei una punta centrale anche se in stagione hai ricoperto altre zone di campo. Qual è il tuo ruolo preferito? Quali sono le migliori tue caratteristiche e quelle invece che vorresti migliorare? Io sono un esterno d’attacco, quello è il mio ruolo preferito ed è il ruolo dove posso esprimermi meglio. Penso che le migliori caratteristiche sono l’uno contro uno, la velocità e, soprattutto, la tenacia, la voglia di fare, di combattere su ogni pallone. Quello che invece vorrei migliorare è l’egoismo: vorrei essere un po’ più egoista, perché questo ti porta a fare gol.”
“Come mai hai scelto la numero 17? Il 17 ha un significato biblico, che sappiamo io e il mio migliore amico. Ma il mio numero preferito è il 7.”
“Chi è il tuo idolo? Qual è il tuo sogno? Il mio idolo è Cristiano Ronaldo, e il mio sogno è non far mancare niente alla mia famiglia, e renderli fieri ed orgogliosi di me.”
(Fonte foto: Davide De Maida)