Ragusa, Alex Freddi: «Portiere per istinto e responsabilità. Lo staff di Ragusa mi ha cambiato la vita!”
Ragusa, Alex Freddi: «Portiere per istinto e responsabilità. Lo staff di Ragusa mi ha cambiato la vita!”

Abbiamo intervistato Alexandro Freddi, portiere classe 2005 del Ragusa che in questa stagione si è messo in evidenza a suon di clean sheet e parate fondamentali per il percorso della sua squadra. Alex si è raccontato a noi attraverso episodi della sua infanzia, il rapporto con gli allenatori e i compagni ma soprattutto con la voglia di continuare a giocare nel ruolo che più gli piace: il portiere. L’intervista:

“Alex Freddi, portiere classe 2005 del Ragusa. Raccontaci un po’ di te, del perché hai scelto di giocare a calcio. Da piccolo ero un po' un ''nerd", mi appassionavano molto i film, le serie TV e i videogiochi. Ho sempre avuto però la tendenza a muovermi tanto, così all'età di 11 anni è cominciata la mia lunga sfilza di trasferimenti poiché a causa del lavoro dei miei ho fatto diversi spostamenti tra Mantova, Milano e Roma. La mia carriera calcistica inizialmente è stato molto movimentata, ho iniziato a giocare a calcio in una società piccola, il Borgo Virgilio. Mi trovavo bene, ho sempre avuto un bel rapporto con tutti i preparatori dei portieri e tutti nel loro piccolo o grande mi hanno trasmesso qualcosa.”

“Perché hai deciso di fare il portiere? Qualche giorno fa ho visto un video di Jacopo Viola, è un portiere che pubblica i suoi contenuti sui social e non posso essere più d'accordo con lui perché anch'io non credo al detto “per fare il portiere devi essere pazzo”. Tante persone confondo l'essere pazzi con l'essere diversi; se pensi a Neuer, pensi che è stato il primo portiere a giocare alto, a essere coinvolto nel possesso palla; se pensi a Buffon, non pensi solo alle parate ma alla sua costanza e mentalità. Insomma la lista è davvero lunga, il punto qui è che il termine pazzo è sbagliato perché penso che i migliori nel nostro ruolo sono creativi, intelligenti e questo ruolo permette di esprimerti più di ogni altro. Per questo ho deciso di fare il portiere, perché mi sono sempre sentito diverso dagli altri, mi piace la responsabilità che ne comporta, mi piace l'istintività razionale. È un ruolo dove devi lasciarti guidare dall'istinto, dal riflesso e allo stesso tempo devi guardare, osservare, sistemare la difesa, metterti in posizione, preparare la parata, l'uscita, la giocata con i piedi e credo che queste qualità mi rappresenti appieno.”

“Questa stagione a Ragusa hai collezionato oltre 28 presenze e 9 cleansheet. Numeri importanti per un portiere alla prima stagione tra i dilettanti. Come giudichi il tuo anno? A inizio anno non mi voleva quasi nessuno ma il mister e tutto lo staff invece hanno avuto massima fiducia in noi. Credo di essere cresciuto davvero molto sia umanamente che calcisticamente. Sono maturato molto, ho acquisito molta più consapevolezza e sicurezza, il lavoro con mister Aprile è stato fondamentale, mi ritengo davvero fortunato per aver avuto l'opportunità di lavorare con lui per un anno intero. È un professionista a 360°, mi ha sostenuto mentalmente nei momenti di difficoltà, mi ha insegnato molto, ma soprattutto ha cambiato il mio modo di vedere il calcio, il mio modo di approcciare le partite, il mio modo di approcciare la vita in generale, mi ha insegnato a essere causa non effetto. Gli devo davvero tanto.”

“Perché hai scelto il Ragusa? Come ti trovi con i tuoi compagni, con la società e chi ti ha aiutato di più dal tuo arrivo? Ho scelto Ragusa proprio perché avevo sentito parlare di mister Aprile e inoltre non potevo rinunciare a fare un'esperienza insieme a una figura come quella del direttore Finocchiaro, perché vi assicuro che l'80% dello spogliatoio lo fa solo lui. Ho avuto la fortuna di trovare un amico che è diventato come un fratello per me, parlo di Andrea Grasso che nonostante abbia giocato solo 6 partite è sempre stato il mio primo tifoso quando ero in campo e il mio primo rivale durante li allenamenti. Ci siamo sempre spinti e stimolati a vicenda cercando di dare il massimo, sono davvero contento di aver incontrato una persona come lui, poi del resto mi sono trovato bene davvero con tutti.”

“Chi è il tuo idolo? Qual è il sogno nel cassetto? Il mio idolo è Neuer, perché per quanto mi sia sempre piaciuto Buffon (il più forte di tutti i tempi tra i pali) per come concepisco io il ruolo del portiere ti devo dire Neuer. Lui ha rivoluzionato questo ruolo e in pochi l'hanno saputo fare. Il suo estro, i rischi che correva a giocare così alto mi ha affascinato sin da quando ero piccolo. Più che sogno nel cassetto ti direi obiettivo, e il mio è quello di arrivare a giocare nella massima serie, che sia la Liga, la Premier, Ligue 1, non mi interessa, voglio fare il calcio che conta, voglio vincere il più possibile, voglio entrare in uno stadio pieno di persone, voglio essere la miglior versione di me stesso.”

(Foto fonte privata Alexandro Freddi)