Reduce da una grandissima annata al timone del Locri, Renato Mancini è pronto ad una nuova sfida. Il trainer di Nocera Terinese è pronto per sbarcare a Vado (SV) in una società capace di vincere la prima Coppa Italia della storia.
Partiamo dal passato recente. A freddo quali sensazioni restano di questa stagione?
«Sono sensazioni bellissime. Sono grato al Locri ed a Locri. Abbiamo ottenuto grandi risultati tutti insieme aumentando il blasone e la professionalità di tutti. Adesso si volta pagina verso nuovi orizzonti».
Riavvolgendo il nastro in cosa ritieni di essere migliorato dopo questa stagione?
«Esperienza e consapevolezza sono accresciute. Vale per ogni stagione, ancora di più dopo un'annata di questo tipo. Sono, anche, contento di avere avuto riscontri su alcune idee calcistiche che ho portato avanti» .
Dicci qualcosa sul rapporto con lo staff?
«C'è stato un rapporto di amicizia e lealtà. Siamo stati maniacali sotto il profilo del lavoro con un confronto continuo ed anzi voglio ringraziare tutti perché è stato dato tanto, anche più del dovuto. Siamo stati bravi ad integrarci».
E con i calciatori?
«Buonissimo, alcuni li conoscevo da molto tempo, altri li ho avuti in questi due anni. Ho sempre trattato tutti allo stesso modo e incentrando l'interazione sul rispetto reciproco. Sono stati ragazzi capaci di andare oltre le loro possibilità e questo va ad amplificare la portata di quanto abbiamo fatto, sottolineando una grande forza morale. E' stato un periodo pazzesco che ci ha portato ad un grandissimo secondo posto ed una finale play off».
Per quanto riguarda la società, la conferenza stampa finale ha visto un riconoscimento reciproco di quanto fatto. Che ne pensi della situazione che si sta vivendo a Locri?
«Io mi auguro che dopo queste annate esaltanti non ci sia una smobilitazione. Si deve dare continuità, almeno, alla categoria facendo passi ponderati, evitando di disperdere l'ottimo lavoro fatto da una società che si è imposta anche alla ribalta nazionale. Il potenziale per assestarsi in serie D c'è. Mi auguro che si trovi una soluzione».
Adesso questa nuova avventura. Che Calabria ti lasci alle spalle calcisticamente parlando?
«Guardando altrove vedo gli staff tecnici e dirigenziali già assestati. Qui al Sud si va più per le lunghe, probabilmente serve un maggiore coinvolgimento degli imprenditori, posto che al Nord il tessuto produttivo, nonché logistico, è totalmente diverso. Se guardiamo in Calabria ci sono squadre con velleità importanti che ancora attendono di conoscere quali saranno le guide, questo la dice lunga sulle differenze di approccio».
A Vado piazza storica e di blasone, come nasce il contatto con la società ligure e quali obiettivi andrai a perseguire?
«Aver fatto bene a Locri ha stuzzicato l'interesse ed è arrivata la chiamata ed abbiamo iniziato a parlare sino a decidere di intraprendere un percorso insieme. Gli obiettivi sono quelli di fare sempre meglio e consideriamo come il Vado sia reduce dalla vittoria nei play off».
A chi resta, anche alla luce del tuo percorso, hai qualche suggerimento da dare?
«Suggerimenti non è mai facile darne. Quello che voglio dire e sottolineare è che il lavoro paga sempre e prima o poi trova riscontro».