REGGIO CALABRIA – Nella sala conferenze della Provincia di Reggio Calabria, ieri, è stata pubblicata la ricerca “La pratica sportiva e il Drop Out, indagine sulle abitudini sportive dei giovani studenti della provincia di Reggio Calabria”. Lo studio è stato condotto intervistando un campione di circa quattromila alunni, di ambo i sessi, frequentanti le prime due classi delle scuole superiori della nostra provincia. Il risultato dell’analisi, realizzata dall’Assessorato allo Sport della Provincia di Reggio Calabria e dal Comitato Regionale Calabro del Coni, mostra quanto i giovani reggini siano lontani dal praticare attività sportiva. Ben al disotto della media nazionale. La ricerca, ideata da Gianluca Ielo e realizzata con Carmelo Luca De Salvo, è stata effettuata con l’intento di ottenere risultati utili per proporre un successivo intervento là dove occorre e nei modi suggeriti dall’esito dell’esame. I dati emersi, evidenziano come il 12.3% dei giovani reggini non ha mai praticato sport e come le cause di questo disinnamoramento generale, verso l’attività fisica, siano le più varie. “Analizzando il lavoro svolto – ha dichiarato Gianluca Ielo – deduco che una causa determinante è data dal fatto che sono pochissime le attività sportive che tendono a coinvolgere contemporaneamente ambo i sessi”. L’assessore allo sport della Provincia di Reggio Calabria, dott. Attilio Tucci, ha garantito che darà il proprio sostegno là dove necessario, al fine di rivalutare l’attività sportiva nell’universo giovanile. “La Giunta Morabito – ha commentato Tucci – sta cercando di dare continuità ai progetti importanti, come questo, orientato a migliorare la qualità della vita dei nostri giovani”. Piena collaborazione arriva anche dal Coni, con il suo presidente regionale Mimmo Praticò: ”Da tempo stiamo premendo affinché l’attività di educazione motoria venga inserita in ogni grado di formazione scolastica”. “Inoltre – ha concluso Praticò – il Coni lavorerà affinché lo sport torni ad essere praticato negli spazi pubblici, nelle parrocchie, nei cortili, come un gioco che i passato ha permesso a molte generazioni di socializzare ed educarsi”.