L'intervista ricevuta:
D: Mister si ricomincia!
R: Si, dopo un lunghissimo anno e mezzo si ricomincia, si ricomincia tra mille incertezze e qualche piccola certezza, come quella che fare calcio è sempre una cosa bella e divertente, speriamo possa essere un piccolo indizio di quel ritorno alla normalità che tutti auspicano.
D: Ti avevamo lasciato alla Morrone e ora riprendi a San Fili
R: Esattamente, un bel salto all'indietro dal punto di vista delle ambizioni e della categoria, ma anche un bel ritorno tra vecchi amici e ad una dimensione che mi è familiare ed è più consona ai miei impegni lavorativi
D: Cosa ti resta dell'esperienza alla Morrone?
R: Innanzitutto tante amicizie, prima fra tutte quella col presidentissimo Pizzino, Maurizio Guzzo e il direttore Chiappetta, poi col resto della Morrone, dirigenti, staff tecnico, giocatori per finire ai magazzinieri.
Ma anche emozioni bellissime, come la vittoria del campionato contro Sambiase e Vigor Lamezia recuperando 10 punti in 6 giornate oppure la vittoria del premio valorizzazione giovani a cui tengo particolarmente, anche se paradossalmente il ricordo più bello è legato a una sconfitta, quella patita ai rigori in finale di Coppa Calabria contro il San Luca: una giornata indimenticabile
D: Ora invece San Fili, con la stessa determinazione e voglia di rimettermi in discussione sempre.
R: Ho risposto al richiamo di vecchi amici che si trovavano in una situazione di difficoltà, a loro dovevo molto e non potevo dire di no.
D: Cosa ti hanno chiesto di dirigenti?
R: Più o meno quello che mi avevano chiesto la prima volta che sono venuto: ricostruire.
La prima volta che sono arrivato era rimasto un solo giocatore della stagione precedente, Renato Prete, e ora ne sono rimasti un paio più qualche under.
Del gruppo che avevo rifondato 5 anni fa non è rimasto praticamente nulla, dei 13 over dell'anno precedente ne erano rimasti 2 e ne ho convinti un altro paio.
Cosa è successo non lo so e non mi interessa saperlo.
Dico solo che la situazione è difficilissima, introducendo con questo anche il contesto generale, situazione economica e incertezza legata al covid, ricostruire un gruppo completamente sfaldato è un'impresa ardua
D: Da dove sei ripartito?
R: Sono partito cercando di coinvolgere altri appassionati come me nella nuova avventura, come per esempio il direttore Dino Farina, l'avvocato Rocca o il nuovo preparatore.
Mi ha fatto piacere ritrovare oltre ai dirigenti gente che sa di calcio come Peppino Mazzulla o appassionati come Beniamino.
D: E la squadra?
La squadra è un bel cantiere aperto, ancora da costruire, al momento ci sono 5/6 over e un manipolo di under.
Non ho voluto, a differenza di quanto avvenuto gli anni precedenti, trattenere nessuno con la forza.
A San Fili deve rimanere chi ha il piacere di giocare.
Non abbiamo soldi da offrire, da noi deve venire chi ha voglia di giocare a calcio per il solo piacere di farlo.
In un contesto generale che sembra impazzito, dove si spende ancor più di prima, da noi deve venire solo chi vuole divertirsi senza pretendere cifre assurde, per questo voglio ringraziare calciatori come Orlando Occhiuto, Olami e pochi altri che hanno risposto al nostro appello, e agli amici della Morrone che ci hanno aiutato con gli under.
D: Ma il campionato si prospetta difficilissimo come non mai, con squadre molto attrezzate
R: Pazienza, lo si sapevo dall'inizio a cosa andavo incontro.
Ci aspetta un campionato durissimo e con un inizio terribile.
Al momento, dal punto di vista tecnico e dell'organico, non abbiamo i mezzi e la forza per competere, ma confido nell'arrivo di qualche altro giocatore e nell'entusiasmo contagioso dei giovani.
Se riusciremo a diventare un tutt'uno di società, ambiente, staff e calciatori, forse riusciremmo a venirne fuori.
D: Un bel rischio insomma
R: Sicuramente si, ma sono d'accordo con i miei dirigenti; il calcio che ancora qualcuno si ostina a riproporre non è più sostenibile, non ci sono più i soldi.
E se piazze storiche come San Giovanni in Fiore, Rogliano o Sambiase sono fallite, significa che continuare su questa strade è sbagliato.
San Fili vuol provare a fare qualcosa di diverso, far giocare chi vuole farlo per divertirsi e non per farne una professione nei dilettanti, soprattutto vuole farlo in modo sostenibile e con i giovani.
Sarà dura e magari non ci riusciremo, ma vogliamo provarci in questo modo.