ROCCELLA JONICA - Niente emozioni. Niente brividi. Al Roccella manca la personalità per vincere un incontro condotto per ampi tratti ma con scarsi risultati. Poche le conclusioni pericolose, occorre qualcosa di più, anche come spunti individuali. Alla Melitese manca il coraggio di uscire dal guscio per cercare di vincere l'incontro. Se poi, si aggiunge un arbitro privo di personalità ed incapace di prendere provvedimenti alle continue perdite di tempo degli ospiti, allora il grigio pomeriggio calcistico di Roccella è servito. Buono l'impatto sul match dei padroni di casa, in maglia gialla canarino, che alternano ai lanci lunghi per le sponde di Maida la ricerca del gioco sulla fascia. Sono proprio i cross dal fondo che poi sono venuti a mancare alla squadra locale nel prosieguo della partita. Quei cross che avrebbero potuto aprire la difesa ad oltranza degli ospiti. La migliore chance, che rimarrà anche l'unica della partita, capita sui piedi di Sgambelluri al 2’ di gioco, ma l'esterno destro davanti al portiere Scambia manca l'aggancio e l'opportunità sfuma. Ci prova al 30’ Calabre - se, ma sulla traiettoria c'è il compagno di squadra Moio e l'azione sfuma. Due minuti dopo slalom di Canale che si beve in velocità una avversario e lancia in area, Marra, però non ci arriva. Al 36’ Maida colpisce di testa su passaggio di Mammolenti, la palla finisce fuori. A pochi secondi dalla fine del primo tempo Battaglia si oppone con il corpo al tiro di Tripodi. La ripresa non concedegrandi emozioni. I tentativi del Roccella sono prevedibili e la Melitese si difende con ordine cercando di far trascorrere i minuti con le classiche perdite di tempo. Il primo tiro è, comunque, degli ospiti. Marra su calcio piazzato manda di poco a lato. L'allenatore dei locali corre ai ripari e gioca la carta Tirotta al posto di Moio. Sgambelluri gioca da punta a fianco di Maida. Poi Lentini al posto di Pistininzi con Libri che arretra sulla linea di difesa. Ma per battere una squadra ostica e votata alla difesa come la Melitese di ieri pomeriggio ci vuole altro. Il pari alla fine è il risultato più giusto, anche se lascia l'amaro in bocca ai locali che speravano di vincere per risalire la china.