Il Derby va alla Reggina, un'altro passo in avanti verso la salvezza.
Il Derby va alla Reggina, un'altro passo in avanti verso la salvezza.

Ride la Reggina, piange (e tanto anche) il Catanzaro. Al “Granillo finisce 1-0 per i padroni di casa grazie ad un gol al sessantunesimo dello svizzero Kosnic e ad una svista clamorosa dell’arbitro Proietti. Partita certamente non bella dal punto di vista tecnico, con poche occasioni e ritmi mai elevati: quella che doveva essere la finale del riscatto si è tramutata nell’ennesimo boccone amaro ed ora i playout sono davvero dietro l’angolo.        
Poche le novità al fischio d’inizio: formazione reggina praticamente identica a quella scesa in campo mercoledì a Taranto (l’unica variante è Bangu al posto dell’acciaccato Knudsen) con De Vito che vince il ballottaggio su Cucinotti e parte dal primo minuto in difesa; nei giallorossi Esposito viene preferito a Pasqualoni per la corsia di destra mentre al centro Van Ransbeeck viene confermato spalla di Maita. Rumorosa e colorata l’accoglienza dei tifosi ospiti, arrivati alla spicciolata e sistemati nello spicchio a loro riservato; in panchina invece trovano posto i due presidenti, Cosentino e Praticò, schierati l’uno al fianco di Erra, l’altro a quello di Zeman.                  

Di marca amaranto la prima occasione del match con la rovesciata in area di Bangu al secondo minuto arginata senza problemi da De Lucia; al quattordicesimo Sarao, su cross di Sabato, anticipa Gianola in gioco aereo ma la traiettoria del suo colpo di testa è centrale e Sala non deve strafare. Convincente l’atteggiamento delle aquile nei primi venti minuti con Maita nel vivo del gioco e la coppia Prestia-Sirri sempre attenta su Coralli e Bianchimano. Al venticinquesimo tre corner consecutivi segnano il momento di massima pressione giallorossa dalle parti di Sala ma da essi non scaturisce nulla di più che qualche pallone impreciso e qualche tiro svirgolato. Il grosso delle trame d’attacco si sviluppa sull’out di sinistra con Sabato ed Icardi (in qualche occasione anche l’”invertito” Mancosu) a tentare l’affondo per qualche servizio al centro: interessanti due occasioni sviluppate intorno al trentesimo, entrambe con destinatario Sarao, sventate d’anticipo dalla difesa amaranto. Sul finire del tempo Coralli è costretto a lasciare il campo per infortunio (al suo posto Leonetti) mentre le aquile ci riprovano: Giovinco alza un campanile in area, Icardi protegge e tenta la girata ma la sfera finisce fuori. Ritmi compassati, poche occasioni e zero reti nei primi quarantacinque minuti, copione differente nel secondo tempo: ad alzare i ritmi sono i padroni di casa che prima ci provano da calcio piazzato dal limite (respinto dalla barriera) poi vanno in vantaggio con Kosnic.

Equilibri che si rompono al sessantunesimo quando Bangu, su calcio d’angolo riesce a girare verso De Lucia: l’estremo difensore anticipa la spazzata di Sabato ma Kosnic è lì ad un passo ed insacca rapace. Gelate le aquile. Erra passa al 4-3-3 inserendo Gomez e Basrak al posto di Giovinco e Mancosu. Al settantesimo il pareggio mancato: squillo di Esposito che colpisce la traversa con una volè su cross di Icardi, la palla supera evidentemente la linea ma Proietti non fa una piega e decide di far continuare. Il forcing finale è generoso ma non produce alcunché per le aquile: dopo quattro minuti di recupero l’amarezza più profonda e l’ingiustificabile nervosismo conquistano la copertina.  

da catanzaroinforma.it