In carica dai primi mesi del 2016, Agostino Mercuri rappresenta la novità promossa dal Comitato Regionale Calabria, ovvero il nuovo selezionatore della Rappresentativa Giovanissimi Calabria. Dopo otto anni trascorsi nel settore giovanile della Reggina Calcio, Mercuri gode sicuramente dell'esperienza necessaria per guidare i suoi ragazzi verso il sogno di vincere il prestigioso Torneo delle Regioni. StadioRadio ha raggiunto telefonicamente il tecnico calabrese per conoscere lo stato d'animo che pervade l'ambiente a pochi giorni dall'inizio della manifestazione.
- Mister, mancano pochi giorni all'inizio del Torneo delle Regioni. Come procede la preparazione dei ragazzi?
"Abbiamo intensificato un po' quelli che sono gli appuntamenti di avvicinamento al torneo, oltre che gli allenamenti stessi. Adesso questi ultimi sono diventati due a settimana, mentre ieri abbiamo giocato una partita amichevole col Promosport, occasione utile per constatare il buon lavoro da parte dei ragazzi".
- La Rappresentativa Giovanissimi che lei allena, può puntare alla vittoria del torneo?
"Giocando in casa cercheremo sicuramente di fare una bella figura davanti al nostro pubblico, dando tutto ciò che è nelle nostre possibilità. Sapere se si può puntare o meno alla vittoria dipende, però, anche da molti altri fattori come l'emotività, la personalità o la gestione. Noi, ripeto, stiamo facendo un buon lavoro e questo è ciò che conta, poi vedremo come andrà a finire questo torneo".
- C'è confronto e scambio di idee coi colleghi Andreoli (Juniores) e De Sensi (Allievi)?
"Ci conoscevamo già da prima di effettuare i rispettivi percorsi con le rappresentative, per cui c'è sempre stato un rapporto di stima e di fiducia. Con mister De Sensi abbiamo anche condiviso alcuni anni alla Reggina Calcio, perlomeno fino a quando anche lui è rimasto. Con mister Andreoli è lo stesso perchè abbiamo un ottimo rapporto. Nessun problema da questo punto di vista, anzi".
- E' stato difficile effettuare la "scrematura" sino ad anunciare la rosa definitiva?
"Qualche difficoltà c'è stata a dire il vero, ma è anche normale. Abbiamo visionato circa 400 ragazzi assieme a tutto lo staff e, pur vedendoli 1-2 volte al massimo, abbiamo cercato di selezionarli, in tempi relativamente brevi, secondo un determinato credo calcistico affinchè la squadra potesse giocare bene".
- A di là degli schemi di gioco e degli aspetti tecnici, cosa raccomanda e consiglia ai suoi ragazzi alla vigilia di questo torneo?
"Di non essere troppo presi da questo evento, visto che lo giocheranno in casa, in Calabria. Devono affrontarlo con la massima serenità cercando di non arrivare troppo carichi all'evento, anche perchè, si sa, in queste situazioni si rischia poi di scaricarsi troppo velocemente. Il segreto è quello di pensare che si tratta di una partita di calcio, per cui è bene giocarla con la voglia di divertirsi proponendo la massima concentrazione ed il massimo impegno. Ma sempre rimanendo tranquilli e sereni".
- Lei ha trascorso otto anni nel settore giovanile della Reggina Calcio, adesso è il selezionatre della Rappresentativa Giovanissimi della Calabria. E nel futuro?
"A me piace molto lavorare con i giovani, anche se rispetto al lavoro effettuato con le prime squadre cambia molto. Con gli "adulti" c'è la possibilità di un confronto e di un lavoro quotidiano, oltre ad avere una programmazione annuale. E il campo, per chi ha una passione sfrenata per il calcio sicuramente potrebbe essere l'ideale. Tuttavia ringrazio la Federazione per avermi dato questa grande opportunità, e sono orgoglioso che il Comitato Regionale, nella persona del presidente Mirarchi, abbia deciso di affidare a me l'incarico. Dal canto mio spero di ripagare la fiducia nel modo migliore possibile, facendo perlomeno giocare bene questa Rappresentativa. Poi, sul futuro non saprei, a me la quotidianità del lavoro piace ma vedremo quel che succederà".
- Alle porte di Euro 2016, a livello professionistico ci si lamenta parecchio della scarsa qualità dei calciatori italiani. Forse si lavora troppo sull'assetto tattico e sulla preparazione atletica dei giovani, lasciando poco spazio all'estro ed alla fantasia?
"Completamente d'accordo. Fra l'altro è vero che la qualità purtroppo è scesa notevolmente da qualche anno a questa parte. Un decennio fa forse c'erano più occasioni di approdare in prima squadra. Ancora di più dalle nostre parti, per cui mi auguro che nelle scuole calcio si lavori maggiormente con una programmazione tale che, nel corso degli anni, possa esserci una certa continuazione di nozioni ed informazioni che accompagni la crescita calcistica dei ragazzi. Adesso latitano anche i vecchi insegnamenti, come quello di giocare la palla dietro, mentre adesso si pensa così tanto al risultato ed a vincere che si lancia sempre la palla avanti a tutti i costi. Bisognerebbe concentrarsi più che altro sulla crescita e sulla formazione, magari pensando a formare due o tre ragazzi che possano ambire alla crescita professionistica. Ci vorrebbe un lavoro mirato in tutti i suoi aspetti a tal proposito, che sia tecnico innanzitutto e tattico individuale, curando la fase di possesso e di non possesso. Anche la coordinazione è importantissima, fermo restando che la prerogativa rimane quella di saper giocare col pallone, ecco perchè io prediligo sempre il lavoro con la palla".