
Il libro della Reggina si arricchisce di un´altra pagina amara, l´ennesima nella storia recente. Il pareggio con il Savoia mette la firma, praticamente indelebile, sulla retrocessione degli amaranto in serie D. Spaventoso e allo stesso tempo meritato il baratro dei dilettanti, abbracciato e ottenuto con forza e ostinazione ´grazie´ a due stagioni indecenti, volate via nel ricordo di una gigantesca sconfitta, replicata ogni settimana. Ieri, seppur al cospetto di un avversario ´fantasma´ e relegato dalle falle del sistema ai margini della dignitá professionale, la Reggina é riuscita ancora una volta nell´impresa di non vincere. Impossibile sorprendersi davanti a uno scempio che si ripete indefesso da diversi mesi, lo stupore sincero invece era per la rimonta che Scarpa ha pensato di riporre nel cassetto con il minimo degli sforzi.
A fare da colonna sonora a novanta minuti di pura sofferenza gli ininterrotti cori dei supporters amaranto. Unico il tema proposto, la ´partita´ tra i tifosi e Foti ha contenuti senza dubbio piú avvincenti rispetto alle prove della squadra in campo negli ultimi due anni. Quasi commovente, se non fosse autolesionistica, l´ostinazione del massimo dirigente nel tenere le redini di una barca alla deriva. C´é in ballo l´orgoglio smarrito e una ferita che non vuol saperne di rimarginarsi: la storia della Reggina appare come sospesa tra le comprensibili invocazioni di chi vuol porre fine all´agonia e chi invece preferisce tapparsi occhi e orecchie di fronte all´evidenza dei fatti. La conferenza stampa post viaggio in Australia é attesa come la manna dal cielo, rimanendo in tema biblico peró é corretto sostenere che servirebbe molto piú di un miracolo per dare orizzonti solidi e concreti all´attuale societá.
Dodici mesi di dolore ininterrotto o come percorso di rinascita, dipende dal destino e le scelte che aiutano a indirizzarlo. Rabbia e disperazione sono tutte dei tifosi amaranto, mentre fa da contraltare la gioia di Padova e Siena. La prima ha festeggiato ieri la matematica certezza del ritorno tra i professionisti, per i toscani il traguardo é vicino. Reggina, risorgere dalle ceneri si puó. Ma é forte l´impressione che prima serva il fallimento, il pensiero é crudele quanto onesto.
In fin dei conti, é come in una storia d´amore che finisce. Ci si puó straziare l´anima con i ricordi e rimanere aggrappati a vecchie fotografie, oppure liberarsi di qualsiasi zavorra e provare ad affrontare il futuro. Con tutte le paure del caso ma anche il coraggio e la coscienza di non avere in realtá alternative…
da strill.it