BRANCALEONE –E’ terminata nella finale dei play off la splendida avventura del Brancaleone nel torneo di Promozione. Quella squadra autentica rivelazione non è riuscita a siglare quel gol che le sarebbe bastato per eliminare la Melitese e avvicinare l’Eccellenza. Quanto fatto è però di rilievo ed i meriti principali sono del presidente Enzo Galletta, che ha creato questo gioiello, ben amalgamato dal tecnico Brando, con una squadra capace di divertire e di esaltare il pubblico locale, numeroso nell’ultima esibizione. E proprio in merito alla gara con la Melitese, il presidente del Brancaleone è voluto intervenire per dire la sua su quanto accaduto nel finale. «Sono state scritte alcune inesattezze - esordisce Vincenzo Galletta e con toni eccessivi. Il post gara è stato descritto quasi come se fossimo in guerra, quando nessuno in realtà è stato colpito. Leggo di invasioni di campo e di cancelli aperti, ma faccio presente che anche i sostenitori ospiti sono entrati, a fine gara, nel rettangolo di gioco. E poi c’erano le forze dell’ordine a vigilare». Ma cosa è successodavanti agli spogliatoi? Vincenzo Galletta, uno che ha sempre portato avanti i più sani valori dello sport, risponde senza remore. «Da noi non è mai successo nulla. A qualcuno del pubblico non è piaciuta qualche provocazione da parte di un calciatore melitese, ma queste sono cose che possono capitare. Negli spogliatoi? In settimana era deceduto un nostro tifoso, da sempre al seguito della squadra. Per questo non avevamo esposto striscioni. A fine gara, quelli della Melitese si sono messi ad esultare e gridare e noi abbiamo chiesto di poterlo fare in maniera più composta, alla luce della situazione di lutto. Qualcuno ha risposto male ed è volato qualche spintone, ma nulla più. Anzi, qualche dirigente ospite ha capito di aver sbagliato e ha chiesto scusa. Al di là di qualche spinta, però, non è accaduto nulla, per cui ritengo che tutto va riportato nei giusti binari. C’è stato qualchemalumore di troppo, ma Brancaleone, da sempre, è una piazza tranquilla e questo lo sanno tutti».
dal Quotidiano della Calabria