L’U.S.C Corigliano Schiavonea, società con quasi ottanta anni di storia sembra essere scomparso. Dal giorno della retrocessione silenzio assordante intorno la prima squadra di Corigliano. Certo, il periodo per il territorio coriglianese non è dei migliori dal punto di vista sportivo, ma non si dovrebbe far scemare troppo l’interesse intorno la società biancazzurra. La squadra di volley ha abbandonato malamente il massimo palcoscenico nazionale retrocedendo dopo un solo anno di A1, lo Schiavonea che l’anno scorso disputò un ottimo campionato conclusosi col disputa dei playoff è riuscito a conquistare la permanenza nella categoria solo al termine di tiratissimi spareggi contro la Silana, ma messa da parte la fisiologica amarezza dovuta ad una retrocessione per alcuni aspetti grottesca, si dovrebbe pensare ad una rifondazione, o meglio, una ripartenza degna della storia della società. Invece c’è quasi un “ guai a parlare del Corigliano”. Qualcuno ancora perde tempo ad analizzare spiacevoli episodi accaduti nel corso della stagione, altri lanciano accuse polemiche nei confronti di realtà vicine, ma da nessuna parte arrivano proposte serie per quanto riguarda il futuro della società. Tante frasi a mezza bocca, molte volontà nascoste, un surplace dai tempi molto lunghi che comincia a spazientire i tifosi bianco azzurri. Ad oggi ancora non è chiaro se si vuole provare un avvicinamento con gli esponenti dello Schiavonea Calcio ’97, società anche per la prossima stagione in Promozione. Una fusione potrebbe avere senso al cospetto di un progetto serio e con grandi programmi. Ma per navigare a vista meglio procedere per conto proprio e non impelagarsi in pericolosi collage. Corigliano ha le risorse morali, economiche e materiali per ambire a palcoscenici diversi, superiori, ma occorre professionalità, mettere da parte rancori tra dirigenti e riavvicinare al calcio locale figure culturalmente e socialmente convenienti ad una risalita