Riceviamo e pubblichiamo
Come ogni anno, quando i nostri campionati entrano nella loro fase decisiva, prende vigore il calcio parlato più di quello giocato. Polemiche, ricorsi, scontri verbali tra società che perseguono lo stesso obiettivo, attacchi agli arbitri ed alle istituzioni calcistiche danno l'idea di un mondo che tenta, in ogni modo, di crearsi un alibi ai probabili insuccessi piuttosto che profondere ogni sforzo, tecnico ovviamente, per raggiungere il risultato sperato.
Questo e' quanto sta accadendo in questa fase della stagione sportiva; sembriamo più attenti, o distratti, da quanto accade fuori dal campo di gioco e sempre meno dalla volontà di verificare lo stato di forma dei nostri atleti, l'aspetto tattico delle nostre squadre, la capacità di vincere i nostri incontri all'interno del rettangolo di gioco.
Sembra infatti che trovare scappatoie piu' o meno legali o alimentare polemiche e discussioni diventi a questo punto determinante per sopraffare l'avversario di turno .
Gli organi della giustizia sportiva, che ringrazio per la celerità con cui hanno operato, pare abbiano delineato con professionalità e competenza l'evolversi di una vicenda, quella legata ai tesseramenti, senza sconvolgere l'andamento dei nostri campionati con rispetto per il risultato conseguito sul campo. La Procura Federale, alla quale abbiamo sollecitato altrettanta celerità, chiarirà ulteriori eventuali responsabilità.
Ed allora, definito anche questo aspetto, avverto la necessita' di richiamare alle proprie responsabilità gli addetti ai lavori ed i protagonisti del calcio dilettantistico. Calma, serenità e soprattutto rispetto.
Calma, poiché comunque le somme si tirano alla fine del campionato ed il campo di gioco, e solo quello, sarà determinante per decretare vincitori e vinti.
Serenità, perché occorre ricordare che si tratta di un gioco, bello e appassionante, ma pur sempre un gioco nel quale vincere non puo' essere l'obiettivo da conseguire ad ogni costo, ma il mezzo che ci permette di svolgere una importante funzione sociale. Abbiamo il dovere di trasferire i valori educativi che lo sport ci insegna ai nostri giovani ancora capaci di sognare un futuro da calciatori, ed ai meno giovani, che forse questo sogno non lo hanno realizzato, ma hanno ancora voglia di giocare al calcio per passione e diletto.
E soprattutto rispetto. Per le Istituzioni, per le Società ', per gli Arbitri, per le regole, rispetto tra calciatori e tecnici, tra noi dirigenti che, ognuno con propri ruoli e funzioni, quotidianamente e con sacrificio profondiamo il massimo sforzo per sostenere lo sport di base nella nostra difficile Calabria.
Ricominciamo a giocare al calcio per divertimento, approfondiamo le nostre conoscenze dei regolamenti per non incorrere in errori determinanti, accompagniamo la crescita dei nostri ragazzi, rincorriamo anche la vittoria purche' lo facciamo lealmente, ma soprattutto divertiamoci e se non ci riusciamo, o non sappiamo farlo, dedichiamoci ad altro!
Buon fine campionato a tutti.
Saverio Mirarchi
Presidente CR Calabria LND