Involuzione amaranto,passa il Lanciano 3-1
Involuzione amaranto,passa il Lanciano 3-1

Così non va. La Reggina capitola inopinatamente in casa del Lanciano. Se la vittoria raggiunta in rimonta contro il Padova aveva mascherato i demeriti della Dionigi band, la sconfitta odierna (la prima del 2013) sottolinea con la penna rossa i deficit di una compagine senza gioco e senza mordente, con una difesa apparsa meno concentrata del solito. L’impressione è che la squadra abbia una sorta di crisi di rigetto rispetto ad un’impostazione tattica da freno a mano. Un’alchimia tattica ed un’organizzazione di gioco che invece ha trovato il Lanciano di Gautieri, che strappa così sei punti dai due confronti con la Reggina: roba da non crederci.

UNDICI CONFERMATO – Squadra che vince non si cambia. Nonostante in conferenza stampa avesse dichiarato l’intento di ruotare qualche pedina per esigenze di turnover, Dionigi conferma lo scacchiere che sabato scorso ha superato il Padova. I dubbi erano soprattutto a centrocampo, laddove la maglia di Bombagi era insidiata da Armellino e Hetemaj: la spunta l’ex Villacidrese, che agisce da interno destro, con Colucci “cervello” della squadra e Barillà incursore macino. Antonazzo e Rizzato gli stantuffi sulle fasce, Di Michele-Comi è il tandem offensivo proposto per la quarta volta consecutiva.
Solito 4-3-3 per il Lanciano: out Vastola per squalifica, c’è Paghera in cabina di regia, con Minotti e Volpe ai suoi lati; tridente formato da Piccolo, Plasmati – che vince il ballottaggio con Falcinelli – e Fofana.

TROPPO BRUTTA – D’accordo, Dionigi aveva previsto che non sarebbe stata una bella partita. Il fatto è che non si tratta solo di un problema “estetico”: in campo scende una Reggina senza né capo né coda, impalpabile in entrambe le fasi di gioco. Una Reggina dal profilo basso, che recita il copione della squadra gregaria contro un più quotato avversario. Scelta già di per sé discutibile, visto che l’avversario in questione, con tutto il rispetto, si chiama Lanciano e non Sassuolo. Ma se si sceglie di non essere propositivi, bisogna quantomeno metterci altre componenti: rabbia agonistica, capacità di tenere le linee strette per sfruttare le seconde palle e colpire in contropiede. La Reggina, invece, si limite a lasciare il pallino del gioco ad un Lanciano organizzato, che già al 5’ ci prova con Piccolo: sul destro volante dell’ex Livorno, Baiocco fa buona guardia. Affidarsi ai calci piazzati (e più in generale agli episodi) era forse l’intento di Dionigi: la squadra ospite rischia di conquistarsi un rigore all’11’, quando, su corner di Barillà e spizzata di Comi, Di Bari viene vistosamente trattenuto a pochi passi da Leali. Ma il direttore di gara fa proseguire: il fatto che questa sia l’unica chance che gli amaranto si procurano nel primo tempo ne dimostra la pochezza. A castigare la squadra di Dionigi è Fofana, che già all’andata aveva messo in apprensione la difesa amaranto: al 19’, su punizione, Mammarella appoggia a Volpe, che scodella dentro l’area: l’attaccante parigino, incredibilmente dimenticato, di testa beffa Baiocco in uscita. Lo stesso Fofana va vicino al bis al 38’, incornando a lato su punizione dalla sinistra di Mammarella. In mezzo (31’), solo una conclusione acrobatica di Di Michele dal limite, che si spegne a lato.

NOVE VOLTE COMI – Il Lanciano continua a tenere in mano la partita e al 58’ va vicino al raddoppio con Volpe, che raccoglie una respinta della difesa e prova a piazzarla, spedendo di poco alla sinistra di Baiocco. Nonostante tutto, alla Reggina basta uno sprazzo di calcio per trovare il pari (62’): Bombagi innesca Rizzato sulla sinistra, il capitano mette in mezzo al volo e Comi imita il suo idolo Inzaghi buttandola dentro. Nono gol per il centravanti in prestito dal Milan, che sembra poter togliere le castagne dal fuoco ancora una volta. Poi ci prova Di Michele (abbastanza in ombra quest’oggi), che tenta la zuccata su rimessa laterale di Antonazzo.

NOTTE FONDA A LANCIANO – Ma è il Lanciano a trovare di nuovo il gol (73’): Falcinelli, entrato in precedenza al posto di Plasmati, sfrutta un cross di Almici apparentemente innocuo, tagli fuori Ely e di testa imprime la forza necessaria a battere Baiocco. Dionigi va con Gerardi per Bombagi, poi con Campagnacci per Antonazzo, ridisegnando la Reggina con un 4-3-3 molto offensivo. Ma l’inedito tridente, con Comi, Gerardi, Di Michele e Campagnacci a loro supporto, combina poco. È ancora il Lanciano a rendersi pericoloso all’85’ con Piccolo, che da ottima posizione spara su Baiocco dopo aver fatto fuori Adejo. Non fallisce il tris Mammarella, che al 90’, innescato in contropiede da Falcinelli, deposita in rete con un tocco sotto e chiude i giochi.

E la Reggina rimane quintultima. All’andata, la debacle interna col Lanciano portò Dionigi a rivedere le proprie convinzioni tecnico-tattiche. Questa volta, eventuali ripensamenti potrebbero solo giovare: urge un correttivo di rotta. Repentino: martedì, al “Granillo”, c’è lo Spezia.

fonte tuttoreggina.it