Squillano le trombe e ritmati suonano i timpani che accompagnano le festanti danze per le vie delle cittadine, meravigliosamente incastonate tra le “perle” cristiano- ortodosse della Vallata dello Stilaro: è l’apoteosi per il Bivongi-Pazzano, vincitore del girone F della Seconda categoria calabrese con centottanta minuti d’anticipo sulla conclusione della regular-season! Saltano in aria i tappi di spumante, che scorre a fiume in mille rivoli, nel mentre impazzano i tifosi festanti a suon di clacson completamente a distesa. Fino a notte fonda, in un irrefrenabile quanto liberatorio “pianto di gioia”, dopo avere per molto tempo pregustato già dal decorso mese di gennaio, subito dopo lo striminzito 1-0 contro l’Euro Girifalco al “D. Murdolo”, di poter tagliare per primi il traguardo. E vincere con pieno merito un campionato sul quale, all’alba del 7 ottobre dello scorso anno, ossequiando l’esordio contro la Pro Martelletto, davvero in pochi avrebbero scommesso potesse andare a finire così. Dopo quattro, lunghissime, stagioni d’esilio dal torneo di Prima categoria. Per una tra le società della regione dalla gloriosa tradizione pedatoria, essendo stati molti gli anni di permanenza finanche in Promozione: erano anni bellissimi, anni d’oro, ora nuovamente rinverditi, guardacaso, proprio nell’anno in cui sarà celebrato il 40° anno dalla fondazione dell’Unione Sportiva Bivongi- Pazzano, per la cronaca nel prossimo mese di settembre. Una marcia da definirsi “trionfale” quella dei ragazzi del patron Sandro Fuda, dall’alto dei sessanta punti conquistati, frutto di diciannove vittorie e tre pareggi, gradevolissimo seguito di sessantacinque reti siglate – potendo dunque vantare il miglior attacco – e ventisette subìte che ne hanno costituito la seconda migliore difesa: un sontuoso +12 in media inglese rappresenta la ciliegina su una torta pressoché guarnita in ogni strato. Cui un po’ tutti e venticinque i componenti della “rosa” hanno contribuito, chi più chi meno, tanto da apparire onestamente ingeneroso il citare talun giocatore anziché talaltro.
di A. BALDARI E G. ALBANESE da calabriaora