ROSSANO - All'indomani della partita Rossanese- Acri dopo l'episodio assurdo che ha visto protagonisti il capitano della Rossanese Roberto De Luca da una parte e l'ex dirigente della Rossanese Pino Luberto. Correva il 29' del primo tempo quando i padroni di casa sotto di un gol, pervenivano al pareggio proprio con il capitano che subito dopo si arrampicava sulla recinzione che delimita il terreno di gioco, ed aggrediva l'ex dirigente rossoblu che in quel momento stava assistendo alla partita insieme alla figlia. Sono seguiti attimi di panico, inun primo momento si era pensato ad una esultanza fuori dal comune, magari che volesse dividere la gioia del gol con qualche parente o amico. Al momento oscuri i motivi che hanno portato il capitano della Rossanese a questo gesto che macchia la carriera di un calciatore che si è sempre contraddistinto per la sua lealtà sportiva. Abbiamo cercato di contattarlo inutilmente nella giornata di ieri ma il suo telefono risultava spento, mentre Pino Luberto non ha voluto rilasciare dichiarazioni. La Rossanese ricordiamo vive uno dei momenti peggiori della sua gloriosa storia, dopo la retrocessione dello scorso anno, e dopo le premesse di un campionato di vertice, oggi si ritrova a dover fare i conti con una situazione precaria. Al momento infatti pare che i giocatori non percepiscono il rimborso spese da dicembre e dopo lo scampato pericolo della radiazione dopo le due rinunce in campionato, grazie all'interessamento dell'ex presidente Tonino Ferrante ed all'intervento del presidente Stancato che nonostante la volontà di lasciare pare abbia fatto si che il titolo non scomparisse, la situazione rimane ancora confusa. Ecco che quindi come spesso succede in questi campionati, l'immaginazione e la logica porta a pensare ad ipotetiche teorie. Questa a quando sembra la molla che ha scatenato la reazione del capitano De Luca. Il caso ha voluto che a pareggiare fosse proprio il capitano rossoblu con la reazione che vi abbiamo raccontato. Emblematica la risposta in coro dei compagni di squadra. “Oggi siamo qui nonostante non veniamo pagati da dicembre facciamo sacrifici, ci siamo decurtati del 50% un rimborso che non abbiamo, molti di noi hanno famiglia, facciamo tutto questo con la speranza che qualcosa si muova ed alla fine veniamo ringraziati in questo modo, sentirsi dire che ci siamo venduti la partita è davvero il colmo”.
PASQUALE LAURENZANO dal Quotidiano della Calabria