CASO ARCIDIACONO: 'BICCIO CHIEDE SCUSA'
Mister Gagliardi: 'lo ha fatto ignorantemente'
Pietro Arcidiacono è distrutto, quando arriva nella saletta dell'Hotel Royal nel centro di Cosenza ha gli occhi lucidi e lo sguardo perso nel vuoto. Ci stringe la mano, la sua è gelida, poi davanti ad un mucchio di microfoni comincia a parlare con la voce rotta dall'emozione:'nessuno sapeva niente, nessuno della società, dello staff tecnico dei compagni. Mi assumo le mie responsabilità. Sono stato solo io. E' stato un gesto di conforto nei confronti della famiglia di Speziale che non sta attraversando un buon momento. Io chiedo scusa alla famiglia Raciti e alla Polizia, non volevo assolutamente andare contro di loro. Ho fatto una cazzata, ma non volevo mettermi contro nessuno, non era questa la mia intenzione, ma quella di stare accanto a quella famiglia perchè conosco il ragazzo che è del mio quartiere. Sono davvero dispiaciuto non volevo causare tutto questo'. E' l'intervista che Biccio non avrebbe mai voluto fare, il calciatore catanese che ha fatto breccia nel cuore dei tifosi cosentini, ha capito troppo tardi di averla fatta grossa ed ora si dispera per le conseguenze che ha avuto il suo gesto. Nonostante il riserbo mantenuto dalla società sul luogo e l'orario stabilito per la conferenza stampa, un gruppo di tifosi attende Arcidiacono, nessuno ha intenzione di abbandonare un ragazzo di 24 anni che ha commesso un errore. Altri tifosi nel frattempo seguono l'allenamento dei rossoblù, di Arcidiacono in campo ce ne è solo uno, il giovane Salvo...prima della seduta un confronto tra i sostenitori e la squadra, poi il lavoro prosegue con uno spirito decisamente diverso da quello di una ripresa settimanale. Gianluca Gagliardi ha avuuto modo di conoscere a fondo Pietro Arcidiacono, senza entrare nel merito della questione dà un peso al suo comportamento e al provvedimento disposto nei suoi confronti:'Credo sia un provvedimento esagerato nella forma, nei tempi e nei modi, non voglio entrare nella questione anche perché sono legato a lui. Non ci sono dubbi che abbia sbagliato. Non doveva farlo sul campo di calcio e con addosso la maglia del Cosenza. Poteva esprimere la sua vicinanza alla famiglia Speziali. E’ certo, comunque, che non lo ha fatto in malafede. Ignorantemente, e sottolineo ignorantemente, si è lasciato prendere la mano perché, credo, che lui sia molto legato alle sue radici, al quartiere in cui è vissuto. Lui è uno che viene da una realtà difficile e ce l’ha fatta e forse questo lo ha fatto agire d’impulso.”