
“Siamo onorati per essere stati scelti quali esempi per i più giovani con questo significativo Premio dedicato al calcio giovanile”, così all’unisono i due “pezzi da 90”, Stefano Morrone e Mimmo Giampà, che hanno animato la Seconda Edizione del Premio Calabria Calcio Giovanile, organizzato dall’Associazione Sportiva Football 3000 Pianopoli (in primis da Angelo Aiello e Rosario Salerno), col patrocinio dei Comuni di Lamezia Terme e Pianopoli e della Figc Calabria.
La manifestazione, svoltasi lo scorso lunedì presso le Cantine Statti di Lamezia Terme, ha registrato una numerosa e qualificata presenza non solo nel seguito Convegno (“Con l’avvento del fair play finanziario, quale futuro per il settore giovanile”) indetto per l’occasione dagli organizzatori, ma anche tra il pubblico presente fatto soprattutto di allenatori, dirigenti e allenatori vari. Ad iniziare dai tecnici Enzo Patania, Adriano Banelli, Franco Cittadino, Fabio Di Sole e Massimo Costantino. A ds e dg quali Silvio Zizza ed Ennio Russo; il segretario dell’US Catanzaro, Nazario Sauro. All’inizio il saluto di benvenuto è stato di Francesca Isabella presidente dell’Associazione Football 3000 Pianopoli, che si è rivolta soprattutto ai giovani dicendo “di praticare sì questo bel gioco del calcio, ma soprattutto di impegnarsi nell’attività scolastica per diventare uomini prima che calciatori. E soprattutto di avere sempre presente che si tratta di un gioco dove bandire la violenza sotto ogni forma!”.
PREMI TECNICI. La kermesse aveva l’obiettivo di mettere in vetrina l’universo giovanile con l’assegnazione di diversi Premi: quello al miglior tecnico; e quello al miglior giovane classe 1997, che partiti dalla Calabria sono approdati in formazioni Primavera di Serie A. Il primo è andato a mister Carbone del Real Cosenza (che ha avuto la meglio sul collega Mazzella dell’Hinterreggio); il secondo invece a Vitale della Lazio; gli altri due in nomination erano Sangregorio del Catania e Salerno della Fiorentina. L’assegnazione dei Premi è avvenuta dopo il giudizio di un’apposita Commissione tecnica, ed era questa la novità rispetto alla prima Edizione, formata da osservatori e direttori sportivi ogni domenica sui campi a visionare giovani promesse, presieduta dall’avvocato Mauro Ruga, Agente Fifa che ha consegnato le buste sigillate al presidente Mirarchi con il nome dei vincitori, appunto Carbone per gli allenatori e Vitale per le giovani promesse.
PREMI SPECIALI. In precedenza sono stati assegnati altri quattro Premi, tutti creati come sempre dall’orafo Giovanni Costantino: 1) “Una vita per i giovani”, al Prof. Pietro Pucci per aver contribuito nel reggino con la scuola calcio CSPR 94 alla crescita di tanti giovani ed anche alla vittoria di un titolo regionale Allievi.
2) “Giovane emergente”, al giovane Simone Fioretti, attaccante lametino che ha disputato, sotto età, il torneo Primavera con l’Ascoli. Si tratta di un figlio d’arte essendo il papà Carmine un ex fantasista mancino che è entrato nella storia del Sambiase calcio con le sue giocate ed i suoi gol.
MORRONE. Quindi il clou della serata con il Premio “Io ce l’ho fatta”, assegnato a Stefano Morrone: centrocampista nativo di Cosenza che ha disputato ben 11 tornei in Serie A (con Empoli, Piacenza, Venezia, Chievo Verona, Palermo, Livorno), tra cui gli ultimi cinque a Parma di cui è attualmente il capitano. Tra i primi ad arrivare, Morrone ha mostrato tanta umiltà nel corso della serata, firmando autografi e concedendo foto ai giovani della scuola calcio Football 3000 Pianopoli. “Gli inizi? Grazie a mio fratello – ha detto Morrone – che mi ha spinto a giocare al calcio. Ai tanti ragazzi suggerisco di impegnarsi nel calcio ma anche a scuola: l’importante è il calcio aiuti a diventare uomini, se poi saranno fortunati ad arrivare, come me, in Serie A tanto meglio”.
GIAMPA’. Discorso simile per l’ultimo premio, “L’esempio”, assegnato a Mimmo Giampà, che da qualche giorno ha interrotto, non senza polemiche, il rapporto col Catanzaro dove aveva deciso di chiudere la carriera. Al riguardo Giampà non è ritornato sulla vicenda, piuttosto ha parlato dei suoi inizi a Catanzaro “con mister Banelli (tra l’altro presente in sala), e gradualmente con impegno e sacrifici sono riuscito ad arrivare in Serie A (con Ascoli e Messina, per circa 350 presenze complessive), togliendomi diverse soddisfazioni. Ai giovani dico di divertirsi e di allenarsi sempre con grande impegno, non trascurando la scuola: sarà come sempre il campo a decidere chi sarà più bravo”. Giampà, a convegno finito, ha escluso di aver firmato già con altre squadre (anche se alcune gli fanno la corte), il suo intento – e lo ha ribadito con forza – è di non allontanarsi dalla Calabria. Che non nasca qualcosa dopo averlo visto discutere sia col ds Maglia della Vigor, che col dg Donnarumma?
CONVEGNO. Il Premio Calabria Calcio Giovanile ha avuto un interessante prologo, quello dell’anzidetto Convegno al quale hanno preso parte: il presidente della Figc Calabria, Saverio Mirarchi; l’ex dg di Vigor e Gela, Carmine Donnarumma; il ds della Vigor Lamezia, Fabrizio Maglia; il responsabile del settore giovanile del Genoa, Michele Sbravati e l’ex ds della Nocerina Ivano Pastore. Circa un’ora di proficuo dibattito che ha attirato il numeroso uditorio presente. “Serve un investimento serio e costante verso i giovani da parte delle società – ha iniziato Mirarchi -, e la Figc deve stimolare le società a questo passo. Il minutaggio ed altre innovazioni possono aiutare, ma gli stimoli devono arrivare anche dagli allenatori, che devono puntare alla crescita tecnica dei giovani e non solo avere considerazione per gli adulti”. Sollecitato poi dal ds Maglia sulla proliferazione incontrollata di “pseudo” scuole calcio, Mirarchi ha puntualizzato che sono davvero pochissime quelle che possono definirsi tali in Calabria, essendo necessari requisiti rigidi. Il dg Donnarumma invece ha puntato l’indice sulla necessità dello “svecchiamento” delle Istituzioni Federali. “Faccio calcio da 25 anni e ricordo di aver fatto una lettera quando ero negli anni ‘80 all’Ischia: chi c’era tra i vertici? Il signor Macalli. Piuttosto serve gente che, come Saverio Mirarchi, ha fatto tutta la trafila, da calciatore, poi allenatore, quindi dirigente, per arrivare all’importante ruolo attuale di presidente regionale della Figc. Quindi è sbagliato fare come Albertini che per l’amicizia che lo lega a Donadoni gli ha fatto allenare la Nazionale qualche anno fa. Ma quello che serve sono anche interventi strutturali seri – ha proseguito Donnarumma – in parte attuati ultimamente con la fissazione di un budget; i controlli trimestrali della Covisoc, che di fatto rendono impossibili bluff economici. Sul piano tecnico, purtroppo, si è troppo legati ai risultati: occorre invece avere più coraggio nel lanciare i giovani; ma anche formare i tecnici per il settore giovanile, magari imponendogli di seguire di allenatori di prima squadra: sono cose però non facili da mettere in pratica per noi dirigenti. Allo stesso modo i giocatori devono imparare ad essere più umili”. Il ds Maglia invece ha spiegato “come ormai da anni la Vigor coniughi alla perfezione gli aspetti tecnici a quelli di bilancio, facendo procedere le due cose di pari passo. Merito anche di dirigenti lungimiranti che hanno compreso prima di molte altre società come sia quella dei giovani la strada da perseguire”. Apprezzato anche l’intervento di Michele Sbravati, resp. del settore giovanile del Genoa, tra gli osservatori più attenti ormai da anni, a livello nazionale e non, dell’universo giovanile. Scopritore di Stephan El Shaarawy , il giovane talento del Milan passato dal Padova e definito il “faraone”. “Il fair play finanziario nasce soprattutto per i grandi e potenti club: in piccolo possiamo dire che bisogna andare verso una riduzione dei costi, e ciò può avvenire soprattutto coi giovani. Personalmente la nostra maggior soddisfazione al Genoa è aver iniziato un certo percorso: quello di aver permesso nell’ultimo quinquennio a 46 nostri ragazzi dalla classe ’89 a ’93 di essere diventati calciatori e dunque avergli consentito di operare una scelta, quella di fare di fatto una professione. Ricette? Intanto molte società di A hanno iniziato a collaborare (Vigor-Genoa docet – ndr) dando in prestito propri giocatori; e poi si va verso la gestione di una squadra di Serie C da parte di una di Serie A: ad esempio in passato l’Inter lo ha tentato con lo Spezia o attualmente la Lazio col Salerno. Ma quello che negli altri Paesi già fanno da anni è ‘l’iniziazione’ con le scuole, formando veri e propri centri di avviamento al calcio per i giovani”. Ha attaccato il Palazzo invece il ds Pastore (ex di Catanzaro e Taranto): “Non si può decidere di imporre i giovani in Lega Pro solo dopo i disastri del Mondiale in SudAfrica. Ai miei tempi esisteva una scuola calcio naturale di selezione: il campo, chi era più bravo giocava, non come oggi che si lanciano i giovani per far soldi. E poi serve più formazione degli allenatori a livello giovanile nell’insegnare calcio. Certo bisognerebbe anche controllare come si fa settore giovanile: non è possibile come l’Udinese faccia soltanto la Primavera con giocatori italiani”.
E’ così andato in archivio il 2° Premio Calabria Calcio Giovanile, che ancor più dello scorso anno ha ricevuto applausi ed apprezzamenti da parte di pubblico ed ospiti intervenuti. L’appuntamento è alla terza edizione.