In relazione a quello che è successo Domenica, vorrei approfittare per dire che non bisogna creare un caso ma nemmeno bisogna nascondersi, su qualcosa che è successo, ma che rientra purtroppo nella normalità della nostra cultura. E’ proprio questa normalità della nostra cultura che bisogna cambiare.
Si parla tanto di valori che uno sport, come il calcio dovrebbe trasmettere e, che i principali testimoni di questi valori, dovrebbero essere i vertici delle Federazioni, associazioni, per finire a noi addetti ai lavori, che gestiamo le emozioni e la sensibilità dei nostri atleti.
Siamo responsabili della crescita tecnica-tattica -fisica e culturale di ognuno di loro e in modo particolare dei più giovani, i quali hanno bisogno di crescere in un ambiente sano, pulito, privo di forzature ed eccessi.
Eccessi che alcune volte producono un’adrenalina e noradrenalina che inducono il soggetto a una forma di stress nociva per il soggetto stesso e che porta a fare e dire cose che in uno stato di razionalità non farebbe mai.
La domanda che mi pongo è la seguente: Siamo consapevoli di tutto questo, o facciamo finta di niente, come spesso accade, salvo poi ripetere alla prima occasione un disco già sentito e risentito più volte, attraverso le solite frasi di circostanza riguardo ai valori di questo sport ergendoci a paladini degli stessi?
Non riesco a dare una risposta precisa, ma penso proprio di non aver sbagliato quando dissi e parlai della famosa CASTA, termine che ha suscitato notevole scalpore per la complessità della parola, ma non per il significato in se stesso.
Se avessi usato la parola “sistema” penso che non avrebbe avuto la stessa risonanza..
Tengo a precisare che di questo sistema anch'io ne faccio parte , e che forse alla luce delle esperienze vissute, e nella consapevolezza di rendere utili queste esperienze,rimane la speranza che possano servire a far crescere questo sport e di conseguenza a praticarlo, attraverso la vera conoscenza del significato di amicizia,fiducia,rispetto, lealtà, in modo che abbiano una parte prevalente sull'operato di ognuno di noi, ed è proprio attraverso questa conoscenza che, con un pò di autorevole presunzione, possiamo trasmettere quei valori di crescita culturale di cui hanno bisogno i nostri giovani atleti.
E mi rivolgo ai vertici in forma pubblica, in modo che tutti possano condividere e non il mio pensiero, affinché smettano di non vedere ciò che vedono, di usare tolleranza zero verso le ingiustizie,le malefatte, i sotterfugi, di fare in modo da rendere fruttuosa per la collettività il loro operato.
Con la speranza che non diventi un pensiero come tanti altri, letti e riposti nel dimenticatoio, affettuosamente saluto tutti gli sportivi.
Alberto Aita