VIBO VALENTIA – Ben quattro gare cambiate a tavolino. Non era mai successo, nella storia del campionato di Eccellenza, che dopo appena un terzo del cammino ci fosse un così elevato numero di partite il cui esito è variato sui tavoli della giustizia sportiva. Un problema serio, emerso in tutta la sua gravità proprio per il consistente numero di partite interessate. E se da un lato c'è chi si duole per non essere stato attento o per aver perduto per l'utilizzo di pochi minuti di un giovane calciatore squalificato in un torneo Allievi (è il caso del Sersale, che aveva stravinto la gara con la Rossanese), dall'altro lato c'è chi gongola per aver avuto l'abilità di aver letto i comunicati e le norme, o magari per aver avuto l'imbeccata giusta da qualche amico. A far indispettire ancor di più i dirigenti calabresi è stata poi la diversità di giudizio manifestata dapprima dal Giudice sportivo e poi dalla Commissione Disciplinare, che ha decisamente stravolto la decisione del primo giudice. Un caso a parte, poi, è quello del Brancaleone e delle squalifiche subite in Supercoppa. Per saperne di più, ma anche per capire il suo pensiero in tal senso, ci siamo rivolti al presidente del Comitato Regionale Calabro della Figc/Lnd, Saverio Mirarchi, il quale com'è suo costume, non si è sottratto al confronto. Allo stesso tempo ci ha tenuto a ribadire e spiegare alcuni concetti, anche a chi, impropriamente, lo ha chiamato in causa per una questione che è comunque spinosa. «Partiamo da un fatto - sottolinea Mirarchi - e cioè che gli organi di giustizia sportiva decidono in piena autonomia ed indipendenza, senza subire alcun condizionamento, applicando quelle che sono le norme. E così come avviene per l'ordinamento giuridico, ognuno può farsi le sue idee, può condividerle o meno, può impugnarle ove previsto, ma ha il dovere di rispettare le sentenze. So bene che il Comitato viene chiamato in causa per queste decisioni, ma ci tengo a precisare che io non presiedo un organo di giustizia sportiva. Le norme che vengono applicate non se le inventa il Comitato Regionale ». E' evidente, però, che c'è un problema. E ci potrebbe essere, magari, una soluzione. Vale a dire: visto che a fine stagione il Comitato pubblica l'elenco degli squalificati a “tempo”, perché non fare la stessa cosa per le squalifiche che residuano a “giornata”? Il presidente Mirarchi spiega, tuttavia, perché non è possibile attuare questa soluzione: «Le sanzioni sono oggetto di un provvedimento adottato dagli organi di giustizia sportiva. Un eventuale elenco scaturirebbe dalla segreteria del Comitato e se fosse così, si andrebbe ad anticipare una decisione che invece spetta solo ai suddetti organi. Cosa ben diversa è la squalifica a tempo, perché in questo caso si conosce perfettamente la sua scadenza ». Proprio per cercare di risolvere
questo problema, Saverio Mirarchi si è già attivato: «Affinché si possa avere un chiarimento definitivo per il futuro, ho chiesto un parere interpretativo alla Corte di Giustizia Federale su casi specifici oggetto del contenzioso». Il riferimento è alla squalifica del calciatore under, se cioè questa debba essere scontata, la stagione successiva, nella Juniores o con la prima squadra. E in merito, alla luce delle decisioni della Commissione Disciplinare, opposte a quelle del Giudice sportivo, ciò è avvenuto «perché la norma, purtroppo, non è chiara e dà luogo a diverse interpretazioni e questo non va bene. Non a caso - aggiunge il presidente del Comitato Calabria - le società che hanno fatto ricorso hanno portato a sostegno della propria tesi delle delibere della Commissione Disciplinare di alcune regioni opposte rispetto a quelle emanate dagli stessi organi, ma di altre regioni». Altro parere richiesto da Saverio Mirarchi è quello relativo al “caso Brancaleone” vale a dire alle squalifiche rimediate in Supercoppa, per sapere in quale competizione devono essere scontate. La conclusione del presidente del Comitato Regionale Calabro è relativa ad un aspetto che gli sta a cuore: «Sono disposto a ragionare su tutto. Sono aperto ad ogni confronto. Su una sola cosa non transigo, vale a dire non accetto che il Comitato che presiedo venga tacciato di scorrettezza o di slealtà. Anzi, proprio sulla lealtà si poggia la mia presidenza. Parlo spesso di giovani e con i giovani ed anche per questo non posso certo deviare dal mio percorso di lealtà sportiva. E questo vale per i miei collaboratori e per tutto il Comitato ».
tratto dal quotidiano della calabria