Non ce l'ha fatta il Cosenza a sopravvivere. Il sodalizio rossoblù non si iscriverà al prossimo campionato professionistico perché non ha la forza economica necessaria a porre rimedio al passivo accumulato negli anni. Si sarebbe dovuto decidere tutto quanto in una calda domenica di luglio. Presso la sede sociale di Viale Magna Grecia, infatti, a partire dalle 11.30, si è tenuta un'importante riunione alla quale hanno partecipato l'amministratore unico Eugenio Funari, detentore del pacchetto di maggioranza, l'ex ad Pino Chianello (solo all'inizio per conto di De Rose e Salerno), Pino Citrigno, Carnevale con suo figlio Ernesto e Aristide Leonetti, il manager di Stefano Fiore che è stata la mente dell'ultima operazione. Ma se sabato, dopo il gesto del capitano e dei suoi compagni, erano arrivate tre ulteriori e inaspettate aperture, alla resa dei conti soltanto Pino Chianello ha mantenuto quanto annunciato. Contattati telefonicamente dai presenti, infatti, De Rose e Salerno hanno dichiarato di non avere la volontà di produrre il sacrificio economico in questione. Preso atto della situazione, pertanto, chi sedeva attorno al tavolo ha cercato di capire se c'erano i margini di ammortizzare i due pesanti no con l'ennesimo sforzo personale e Carnevale avrebbe sostenuto quello maggiore. Una piccola ridistribuzione sarebbe stata fatta nell'immediato, ma mancava il nodo legato a Franco De Caro che avrebbe dovuto accollarsi a questo punto la parte del gap rimanente e la fidejussione. Dopo il nuovo "no" di Salerno e De Rose la risposta è stata pressoché scontata. Gli imprenditori hanno interrotto i lavori intorno alle 15.30 visibilmente abbattuti. Nella migliore delle ipotesi avrebbero dovuto già trovare per quell'orario un accordo per iniziare a convocare i tesserati in città e ad attivarsi su come produrre i documenti restanti. C'era il rischio, infatti, di pagare l'Enpals più le prime tranche delle altre rateizzazioni e poi rischiare di trovarsi gambe all'aria anche per un solo tesserato che puntava i piedi. In serata gli imprenditori si sono rivisti, ma hanno semplicemente certificato che il Cosenza Calcio 1914 non potrà continuare il suo cammino nei tornei professionistici. Non sarà inoltrato il ricorso alla Covisoc e di questo in giornata ne darà comunicazione direttamente la società con l'ultima nota ufficiale che chiude una stagione maledetta che ha spaccato a metà una città. A distanza di otto anni in riva al Crati si torna punto e a capo.

fonte cosenzachannel.it