VIBO VALENTIA - «Quando dai tutto te stesso, con anima e cuore, con sacrificio e passione, e poi ti senti dire certe cose, beh, allorami viene la voglia di mollare tutto e fare altro». E' sconsolato, Francesco Ortolini. Sconsolato ed amareggiato, una volta venuto a conoscenza del benservito che gli ha dato la nuova proprietà del Rende, che ha optato per una soluzione interna, affidandosi a Paschetta. Ieri mattina il nuovo presidente Pellicori ha comunicato l'esonero all'ormai ex tecnico biancorosso e questi, ovviamente, non l'ha presa bene. Aveva accettato di prendere il Rende ben sapendo a quali difficoltà andava incontro. Non ha chiesto la luna. Non si è scoraggiato neppure vedendo la classifica che diceva Rende penultimo con 1 punto. E dopo il tempo fisiologico necessario per prendere in mano le redini della squadra, come di consueto con il suo lavoro era riuscito a riportare il Rende fuori dalla zona play out, prima che la crisi si abbattesse sulla “vecchia” società. Adesso, con una nuova proprietà, il club biancorosso ha deciso di fare a meno di Ortolini e questa cosa il tecnico di Botricello non riesce a digerirla. «Mi è stato comunicato dal presidente Pellicori - spiega l'ex allenatore del Rende - che si era deciso di optare per una soluzione interna. Ho chiesto il perché di questa decisione, visto che quantomeno avrebbero dovuto conoscermi e giudicare il mio operato. Mi è stato riposto che sapevano che avevo ben operato, ma che per questioni di budget si voleva risparmiare. Qui, però, ho replicato che esonerandomi avrebbero dovuto pagarmi lo stesso, ma di fronte alla scrollata di spalle del presidente ho capito bene che qualcuno aveva lavorato dietro le quinte per farmi fuori». E come al solito Ortolini nelle sue dichiarazioni è ben diretto nelle accuse e chiama in causa proprio il suo successore, Giovanni Paschetta. «Premetto che non provo rancore per la nuova società, perché quando un nuovo gruppo subentra ha il diritto di fare le scelte che più ritiene opportune. Detto questo, la mia rabbia è nei confronti di Paschetta, che ho trattato come un amico, facendolo sentire importante nello spogliatoio. E pensare che la precedente società, visto che non si riprendeva dall'infortunio, lo voleva mandare via, ma io mi sono imposto per farlo rimanere, anche se le vittorie erano arrivate senza di lui». Ortolini da un lato riconosce la serietà del Paschetta come calciatore: «Si è sempre allenato, devo essere sincero, e tirava pure il gruppo », ma dall'altro non accetta il comportamento dell'uomo: «E' una cosa che ho qui sullo stomaco e che non riesco a mandare giù. Non si può iniziare una carriera da allenatore giocando sulla pelle delle persone». Sistemato Paschetta, il tecnico conclude con i saluti ed i ringraziamenti rivolti «ai ragazzi, che sono sempre stati dalla mia parte, al preparatore dei portieri Filice, al massaggiatore Massimiliano, al dirigente accompagnatore Greco ed alla precedente dirigenza». Ed un ultimo saluto lo manda ai tifosi: «All'inizio non era stato accolto di buon grado dall'ambiente, perché venivo da fuori e c'era tanto scetticismo attorno alla squadra. Col lavoro, però, ho portato tutti dalla mia parte. Inoltre ho fatto esordire 12 juniores, che la società non riteneva all'altezza. Quando sono arrivato non li calcolava nessuno. E poi ho portato serietà e sacrificio, ho imposto il quinto allenamento, quando se ne facevano quattro. Ma non è servito. Mi resta il ricordo di aver fatto parlare di me con i risultati e auguro alla tifoseria biancorossa le migliori fortune.
tratto dal Quotidiano della Calabria