Il calcio della gente... A porte chiuse e silente
Il calcio della gente... A porte chiuse e silente

 

DB Rossoblù–Castrovillari a porte chiuse. Rende–Rocca di Neto, stesso destino. E nella Locride, il derby più sentito di tutti, Siderno–Locri, si giocherà “in casa”... ma nello stadio del Locri. Non è una barzelletta, è la fotografia, probabilmente parziale e circoscritta a questo turno, di un dilettantismo calabrese che arranca, soffoca, e rischia di spegnersi nel silenzio, lo stesso nel quale si giocherà Cittanova-Gioiese. 

Molti impianti sono stati oggetto di lavori, anche importanti. Ma senza le certificazioni previste per la piena fruibilità, restano cattedrali nel deserto. Le società si arrangiano anche negli allenamenti, i tifosi restano fuori, e il calcio perde il suo cuore pulsante: la comunità. 

La Prima Categoria non ha nemmeno completato gli organici, con due gironi a quindici. Un dato che dovrebbe far tremare i tavoli della LND Calabria e della FIGC, ma che invece sembra scivolare via tra comunicati anonimi e silenzi strategici anno dopo anno. 

La LND Calabria ha il dovere di farsi sentire. Non solo verso Roma, ma anche verso la politica regionale e locale. Il calcio dilettantistico calabrese conta migliaia di tesserati, muove passioni, genera indotto. È tempo di pretendere risposte, fondi, e soprattutto rispetto anche da parte di quelle istituzioni che hanno sempre altre priorità che restano imprigionate su carta. 

In un momento così delicato, bisogna anche pensare a chi il calcio lo racconta, la comunicazione sportiva deve tornare (o iniziare) ad essere presidio di serietà e competenza. Basta con la stampa “fai da te”, con i profili social che si improvvisano redazioni, e con le voci prezzolate che distorcono i fatti per convenienza.

Il calcio dilettantistico merita di essere raccontato da giornalisti iscritti all’albo, da testate registrate quindi con regole e persone che, se non già con tesserino, abbiano una guida che alla deontologia deve rispondere, e da canali che rispettano le regole. Solo così si può garantire trasparenza, tutela delle società e dei tesserati, e una narrazione che non sia piegata agli interessi di pochi.

La LND Calabria e la FIGC devono promuovere e sostenere questo modello, anche attraverso collaborazioni e riconoscimenti ufficiali. Perché senza una stampa libera e qualificata, anche il calcio rischia di giocare… a porte chiuse e ci perde, come già accaduto, d’immagine e passione.