Ndrangheta e pallone. Parte prima
Ndrangheta e pallone. Parte prima

Tratto da piazzagrandetv.com

 

“A mio parere, la grande popolarità che ha il calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza in ogni angolo del mondo c’è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi. Ma il calcio, oggi, è sempre più un’industria e sempre meno un gioco.
Zdenek Zeman

 

Il calcio è lo sport più seguito e praticato, attira interessi, girano molti soldi, ma ci sono diverse distinzioni da fare quando si associa il gioco della pelota alla criminalità organizzata. Noi parliamo di calcio dilettantistico, quello che ci piace davvero e che seguiamo da anni con immutata passione, anzi, con crescente passione, più corretto dire così. E chi si dimentica il periodo del covid, appassionati spaesati e demoralizzati per le domeniche vuote, senza l’adrenalina del calcio di casa nostra. Come non parlare dei viaggi infiniti, delle strade dissestate, dei ristoranti alle undici del mattino e delle assenze forzate dagli affetti. Ma che il calcio di casa nostra è un ricettacolo di delinquenti e malfattori questo assolutamente no. Ci sono state inchieste che hanno lambito ed anche più il mondo pallonaro, ma si è trattato di episodi circoscritti, di coinvolgimenti, non è la prassi, questo ci sentiamo di scriverlo nella maniera più convinta. Non viviamo nel mondo della favole, chiariamolo. Ma brogli fiscali sono altra cosa. Le scorciatorie e le fatture, queste sono state per anni prassi consolidate, ma ci dispiace leggere e sentire cose inesatte sul calcio in generale, generalizzando troppo. In serie A, nei campionati esteri plurimilardari ci saranno pure clan, organizzazioni violente, maghi, ricattatori e agenti segreti, ma alle nostre latitudini e nelle nostre categorie vige ancora la sana passione. Nella stragrande maggioranza dei casi è proprio cosi. Passione, senso di appartenenza, amore per i propri colori e voglia di divertirsi. Un calcio fatto con quella costanza e quella voglia che annulla i sacrifici e le mancanze, che alimenta le società, che favorisce amicizie e perché no, accese rivalità. Non mancano le zone d’ombra, le parentopoli radicatissime nei palazzi di vetro opaco, la partita aggiustata, gli investimenti spropositati e finanche qualche misera combine. Ma a noi piace raccontare di bei goal, di dirigenti per bene, di tifoserie colorate e di sfide agonisticamente vibranti. Chi se ne frega delle curve pilotate, dei falsi tifosi foraggiati dalle società e dei giocatori che guadagnano in un mese quanto noi ci mettiamo in un bel po’ di anni.