Dopo un percorso iniziato nell’estate del 2019 con l’acquisizione del Locri appena ritornato in Eccellenza dopo un anno in serie D, è terminata ufficialmente l’era Mollica in casa amaranto e siamo andati a raccogliere le sensazioni di quello che è, ormai, l’ex massimo dirigente della squadra del “Cavallo Alato”.
Presidente l’era Mollica è terminata anche formalmente?
«Sì, è ufficialmente terminata. Ieri c’è stato il passaggio formale con “consegna” della squadra al signor Polifroni che rileva una società che, mi sia consentito dire, mi ha fatto vivere dei momenti fantastici. Ho sempre sognato di portare in alto il Locri ed in questi anni abbiamo vissuto un’esperienza bellissima, culminata con lo spareggio di qualche settimana fa che ha sancito la permanenza in D in una gara contro una comprensoriale, andandoci a ripagare di tutto quanto fatto in una stagione terminata nel migliore dei modi e che mette a tacere molto di quanto detto l’estate scorsa».
E’ stata una decisione sofferta la sua di lasciare il Locri?
«Visto l’impegno profuso in questi anni sì. Il Locri ha rappresentato una presenza importante, al di là delle questioni economiche, la gestione di una squadra così importante nel panorama del dilettantismo calabrese, tanto più poi in D, prendeva molto tempo delle mie giornate. Ad un certo punto avevo pensato alla possibilità di una permanenza in società, soprattutto negli ultimi giorni, ma c’è stata chiusura da parte del neovertice societario, determinato nell' intraprendere un percorso totalmente nuovo e privo di legami con il recente passato».
Immaginando che continuerà a tifare per il Locri, quali sono i suoi auspici da tifoso?
«Assolutamente sì, resto un tifosissimo della squadra. Mi auguro, intanto, che si possa proseguire con risultati lusinghieri in campo, per il resto credo sia importante ricompattarsi intorno questa maglia per ricreare le atmosfere che tanto hanno aiutato a scrivere pagine importanti e preziose della nostra storia».
Uscendo dalla situazione legata al Locri, in generale il calcio calabrese mostra sofferenza, cosa serve per migliorare la situazione?
«Mi riattacco all’ultima risposta, servono ambienti coesi. Ma soprattutto ogni centro deve capire in quale categoria misurarsi e programmare senza fare il passo più lungo della gamba, la situazione economica non è delle più semplici e di conseguenza occorre misurare bene ogni mossa e capire in quali categorie ci si può collocare».
In conclusione ci sono ringraziamenti particolari per questo percorso?
«Parto da quelli istituzionali, voglio ringraziare l’Amministrazione Comunale, in questi anni ci sono stati molto vicini all’interno delle prerogative tipiche della dialettica tra squadra sportiva ed ente, ma la sensibilità riguardo al calcio la si evince dalle evidenti migliorie dello stadio “Macrì”, poi vorrei ringraziare tutti gli sponsor che hanno sostenuto il progetto in questi anni e le persone che direttamente, oppure sottotraccia ,con cuore e passione, hanno messo risorse economiche o di altra natura per aiutare il Locri a vivere un periodo di risultati che mancavano da tempo».